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A

CACCIA DI

••

RECORDS

Schutze ne paria come di cosa ormai molto di­

scussa, senza più minutamente descrìverlo, come

cosa insomma di cui da tempo si attenda la realiz­

zazione.

Ai diligenti compilatori della storia dell'Aeronau­

tica italiana spetterà l’onore di rintracciare i piani

della macchina volante di Don Falco, per metterli,

con quelli di Padre Lana, all'avanguardia dei superbi

tentativi italiani emulanti l’audace karo.

Una domanda s'appunta mi­

nacciosa, dopo la enunciazione di

cosi strabilianti invenzioni.

Chi era questo abate Don

Falco?

Risposta imbarazzante. Biso­

gnava ritrovare un Don Falco che

potesse essere vissuto all'epoca

del Principe Eugenio, e la cui

attività religiosa avesse lasciato

tracce in qualche documento,

mancando qualsiasi indicazione al

riguardo negli atti civili. Indagine

non semplice.

Dopo ricerche nell'archivio

dell'Arcivescovado di Torino si è

trovato un atto trascritto nel re­

gistro delle «Provvisioni sem­

plici » per l'anno 1656 nel quale,

a pagina 148, si dà atto che Don

Chiaffrino Falco, nativo di Cuneo,

appartenente alla Diocesi di Mon-

dov), ma cittadino torinese ivi

residente,

nominato con

Bolla pontifìcia dell'allora Papa

Alessandro VII (il famoso Chigi

protettore delle lettere e delle

scienze) notaio apostolico per la

circoscrizione torinese retta dal­

l'arcivescovo Bergesia.

Altri abati Falco non esistono

nè prima, nè dopo. La carica ed

il titolo di notaio apostolico par­

lerebbero dunque di meriti d'un

uomo non comune se lo stesso

Pontefice glieli aveva accordati;

abate, lo chiama il Keyssler: il qual

titolo pure ci dice di una gerar­

chia occupata dal sacerdote, il

quale doveva essere, al tempo

dei suoi studi aeronautici, non

solo vecchio di esperienza, ma

anche di anni.

Le poche notizie raccolte se

non garantiscono con esattezza

storia l’identità dell'inventore,

potranno essere vagliate da altri,

più fortunati e studiosi, che cosi

ricondurranno a Torino quei pri­

mati interessantissimi che le spet­

tano.

Orca il primo messaggio aereo, non pensi il let­

tore di trovarsi avanti ad un vero esperimento di

posta aerea con tanto di francobolli speciali!

É - il nostro - il primo scrìtto che ha lasciato le

comuni vie terrene per giungere, in modo inaspet­

tato - proprio dal cielo - in lontane mani.

Torino, Il dicembre 1783.

Anche questo avvenimento ebbe la sua parte di

gloriae

gemerei torchicomecommossegli animi.