I l “ D IBU K ,, d i L o d o v ic o Rocca
(Teatro Regio di Torino - Stag ione 1934-1935)
N
ella stagione lirica testé chiusa al massimo nostro
teatro ebbe il più entusiastico successo il Dibuk
del compositore torinese Lodovico Rocca, rap
presentato per cinque sere, di cui una riservata al Do
polavoro ed una popolare; successo, dunque, davanti
ad un pubblico reclutato
in tutti i ceti sociali, che
testimonia dellamaturità,
della coltura e della pas
sione musicale del nostro
popolo, di cui un altro
indizio furono il vivissi
mo interesse e l’affolla
mento ai quattro cicli
della tetralogia vagne-
riana.
I
resoconti delle rap
presentazioni del Dibuk
finora apparsi sui quoti
diani furono brevi e con
carattere quasi esclusiva-
mente giornalistico, per
cui crediamo opportuno
soffermarci ampiamente
sull’opera inquistione.
L'autore
• la sua opara
Lodovico Rocca è nato
a Torino il 25 novembre
1895; è laureato in legge
e fece la guerra come uffi
ciale del Genio. Studiò
dapprima a Torino col
Cravero, quindi a Milano con l’Orefìce. Molte sono le
composizioni del giovane maestro, l’analisi, sia pure
breve, delle quali richiederebbe notevole spazio, per
cui ci accontenteremo di darne qui un freddo elenco
e di fissarne i caratteri fondamentali.
Fra le composizioni orchestrali sono da ricordare:
Chiaroscuri
(che vinse nel 1924 il concorso della
Lega Musicale di New York),
Aurora di morte. Con
trasti. Dittico, La celia azzurra, Interludio epico,
guiti all’Augusteo di Roma, al Comunale di Bologna,
alla Fenice di Venezia, al Metropolitan di New York,
al Colon di Buenos Aires, ed in teatri di Praga,
Parigi, Helsingfors, Copenhagen, Lipsia, eoe.
Notevole è la mole delle sue composizioni came
ristiche, vocali e strumentali, fra le quali ricorde
remo: Quattro melopee su epigrammi sepolcrali greci,
che vinsero il concorso di musica da camera di Milano
rrel 1923; la Suite, per violino e pianoforte (1929);
i Proverbi di Salomone, per
voci e strumenti, premiati
alla II Mostra nazionale
di musica contemporanea
di Roma neH’aprile 1933;
la Salmodia, per barito
no, coretto misto ed un-
di^
enti a fiato e
percussione, che fu una
delle più applaudite com
posizioni al recente Fe
stival internazionale di
musica di Venezia. Que-
st’ultima opera, ripresa
al Teatro di Torino nella
decorsa stagione sinfonica
dell'Eiar pochi giorni pri
madell’esecuzione del Di
buk al Regio, ebbe pieno
ed incontrastato successo.
Il teatro tentò assai
presto
il
Rocca, che si
affermò nel concorso di
New
York
nel 1921 con
La morte di Frine,
su
li
bretto di Cesare Meano;
In terra di leggenda,
su
libretto pure del Meano,
fu una delle quattro o-
pere premiatealconcorso
della
V
Triennale d’arte
di Milano e della Corporazione del teatro (1933).
Il
Dibuk,
su libretto di Renato Simoni dal dramma
di Scialom An-Ski, si rivelò
fra
centottanta opere
presentate al concorso per un’opera nuova al Teatro
alla Scala di Milano. Fu eseguito la prima volta, con
caloroso successo,al Massimomilanesenel marzo1934,
sotto la direzione di Franco Ghione, ripreso nella
stagione 1934-35 al nostro Regio.
Il drammavenne rappresentatonello scorsomaggio
al Teatro dell’Opera di Stato di Varsavia, e costituì il
successopiù entusiasticodella stagione, edaCracovia.
Il
Dibuk
è incluso nel cartellone del Teatro reale del-
l'Opera di Roma, par la stagione 1935-36.
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