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DENTISTI ED EMPIRICI NEL SETTECENTO TORINESE

Fra i lumi di Medicina e Chirurgia, che trasse.dagli

Autori Francesi, Inglesi ed Italici in rapporto alle ma­

lattie odontalgiche, si offre di darne tre saggi, che si

lusinga di aver ridotti alla perfezione.

Il primo è quello di curare qualunque morbo tanto

dei denti, che delle parti ad essi relative, e così preser­

vare gl'instromenti preziosi della masticazione, di ripa­

rarli, allorquando delle cagioni infinite gli attaccano per

distruggerli, e finalmente di combattere quei dolori spa­

smodici ed atroci, che minacciando l'esistenza dell'uomo

la rendono qualche volta insopportabile.

Il secondo è quello di rendere simmetrica la bocca

in qualunque età, nel correggere in ambe le serie dei

denti le obliqu'*■>e le ineguaglianze, e tutti quei disor­

dini sconci agli occhi di chi li mira.

Il terzo è un nuovo meccanismo, col quale sostituisce

ai denti mancanti altri artifiziali sì di porcellana, che

naturali i più preziosi che trovinsi nel regnodella natura

in modo tale, che non solo servano alla facile loquela

ed alla libera masticazione, ma a deludere qualunque

persona a segno di non poarne scoprire l'artifizio.

Cornelio, non possedendo la moderna e facile

risorsa della fotografia per illustrare graficamente a

scopodi studio i casi più interessanti, ricorse all'aiuto

di pittori: fratelli Vacca. Vacca figlio, Canavesio.

Il nostro Cavaliere non fu insensibile agli onori ed

alle amicizie altolocate. Infatti sappiamo come egli sia

stato dentista onorario di S. S. R. M. il Re di Sar­

degna, chirurgo dentista ordinario di S. A. S. i Prin­

cipi di Savoia-Carignano, gentiluomo d'onore di più

cardinali, ecc. Accanto a questi pazienti occupanti i

più alti gradini sociali, non saranno mancati gli altri

che vivono attorno e di luce riflessa.

Come scrittore di quistioni odontologiche fu socio

corrispondente di varie Accademie, in Italia ed al­

l'estero, e forse attraverso la letteratura professio­

nale giunse aH'amicizia del chiaro anatomico e chi­

rurgo Antonio Scarpa (1752-1832).

Accanto alla figura professionale di Cornelio che

traspare dai suoi scritti, è interessante indagare su

ciò che possa dar risalto a quella privata. Di lui si

conserva ancora il ricordo di persona originale, dal

vestire unpo’stranoconnostalgiesettecentesche(30),

di polemista al fine di sostenere le proprie concezioni,

innovazioni ed i perfezionamenti apportati alla te­

cnica odontoiatrica, e fors’anche per il gusto della

discussione così cara agli uomini di studio e d'inda­

gine di tutti i tempi.

Il

ritratto (fig. 18), ricavato dal frontispizio di

una sua opera, ci trasmette i caratteri somatici e

nell atteggiamentoquelli spirituali del dentistadel Re.

Duefurono le residenzedel Cornelio inTorino (31)

CMrwgM d »

Nella parte dell'odontoiatria che sconfinava nel

campo chirurgico veniva richiesta, per ovvie consi­

derazioni. l’opera più decisa e più sapiente del chi­

rurgo. In quasi tutti i trattati di medicinae chirurgia

editi nel Sei e Settecento non mancano capitoli

riguardanti le affezioni orali che richiedono il bisturi,

gli aghi da sutura od il termocauterio.

Fra i vart operatori citiamo AGOSTINO BEL-

LOSTE (m. 1730), chirurgo di S. A. R. Madama Ve­

dova di Savoia, chirurgo maggiore degli ospedali

dell'Armata del Re di Francia in Italia, il quale per

ragioni sanitarie percorse parecchi Stati d’Europa.

L'autore che curò particolarmente militari feriti in

combattimento volle segnalare nella sua pubblica­

zione il maggior successo rispetto ad un chirurgo

torinese, il signor DE LA RAMÉE, pel trattamento

di una emorragia causata da una palla conficcatasi in

bocca, lacerando la lingua in diverse parti, ad un

luogotenente della Milizia di Mondovl (1686). Egli

arroventò •: tre piccoli cauteri: quelli che si usano

per i denti " e " furono applicati nel sito delle

ranine " (32).

Il

chirurgo DE LA RAMÉE godeva nella capitale

sabauda buona rinomanza.

Pierre Fauchard (1690-1761) nel suo trattato Le

Chirurgien Dent,

J. 1746, al capitolo XIX sulla

parulide accenna, oltre alla casistica di Lambert (chi­

rurgo del Re di Francia) che asportò ad un giovane

di vent'anni parte dell'osso mascellare, alle osserva­

zioni riportate da ANEL (1619-1722?) •*chirurgien

de feue " di Madama Reale di Savoia (33). Si allude

con tutta probabilità alla seconda Madama Reale

Giovanna Battista di Némours, sposa e vedova di

Carlo Emanuele II.

Chirurgo stomatologo veramente eccelso per i

tempi si dimostrò, poco oltre la metàdel Settecento,

AMBROGIO BERTRANDI (1723-1765).

Nel Settecento l'odontoiatria conservativa, per

quanto siano lodevoli e tecnicamente apprezzabili

gli sforzi di Fauchard, Bourdet. Campani ed altri per

sopperire alle difficoltà presentate dallo strumentario

edai materiali allora in uso. era rivolta in modoparti­

colare ai denti affetti da carie facilmente accessibile

ed interessante i soli tessuti duri.

Nonostante qualche cosa di giovevole potesse

essere apportato ai pazienti per opera dei dentisti,

i timorosi si affidavano alle risorse della terapia

domestica, patrimonio spirituale affidato alle

metsi-

noire

(medicastre) od a persone anziane della famiglia

che si ritenevano dotate di largo senno. Sono consi­

derati infallibili i rimedi che risalgono nei tempi

attraverso l'esperienza o per lo meno la fiducia degli

ammalati. É il frutto della medicina nopolafw locale,

rafforzata dai numerosi e comolicati libri di menvi-

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