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LA PORTA PALATINA, MONUMENTO CAPITALE DI ROMANITÀ IN PIEMONTE

porte torinesi. La tav. XVI dell'op. citata di A. D'Andrade, per

quanto relativa alla Porta Savoia di Susa, può dare un'idea della

struttura interna delle torri romane in età medievale.

(7) Tutto ciò si vede oggi, meglio che altrove, nella

Porta Praetoria

di Aosta. Sulla quale v. P. Barocelli,

II Piemonte dalla capanna neo­

litica ai monumenti di Augusto,

in BSSS, CXXXIX (1933).

(8) Per le ricordate c ittì della Gallia transalpina, cfr. A. Grenier,

Archéologie gallo-romaine,

Parigi, 1931 (voi. V del

Manuel d'Archéologie

di J. Déchelette), pag. 317 segg., e 340 segg. E inoltre A. Blanchet,

les encemtes

romame

s

de la Gaule

(Parigi, 1907), tav. XX.

(9)

Panegyrici

veteres, XII (IX. Incerti

Panegyr. Constammo

Augusto

dictus).

6: " ... tota

acie in fugam versa... usque ad Taurinatium muro

s

fusi coesique obseratasque nancti portas ab incohs, etiam corporum

suorlim mole

clauserunt " ,

(10) È questo, notoriamente, uno dei periodi più oscuri della

storia dell'Italia settentrionale, specialmente del Piemonte. Si sa

però che dall'occupazione longobarda la chiesa di Torino ebbe

molto a soffrire (L. Duchesne.

Les évichés d'Italie

et

l'invasion lom­

barde,

in •• Mélanges d'Archéologie et d'Histoire ", 1903, pag. 88.

nota). Per il resto si veda L. Cibrario. Scoria

di Torino,

I, cap. V ili,

e T. Rossi e F. Gabotto.

Storia di Torino,

I, pagg. 29 segg.

(11) Nell'accampamento romano il

praetorium,

residenza della

più alta autorità gerarchica, il proetor, era situato al centro, o quasi,

del campo: e più o meno vicino al punto d'intersezione del

kardo

con il

decumanus.

Possiamo quindi ragionevolmente ritenere che il

moderno Palazzo di C ittì occupi il sito dell'antico e dimenticato

Praetorium

di Augusta

Taurinorum.

(12) Il Promis vorrebbe attribuire alla Porta Palatina, con qualche

verisimiglianza. la denominazione di

Porta Ducalis,

e del tutto arbi­

trariamente quella di

Curtis Ducati

(op. cit., pag. 205). Ad etì pure

longobarda va fatta risalire l'altra denominazione, di cui è rimasto

ricordo, di " to rri di Wido ", nome questo di origine longobarda

(Wido, Guido), trasformato poi dalla fantasia popolare in •• Ovidio

donde la denominazione moderna, del tutto fantastica, di “ torri

di Ovidio " (Cibrario, op. cit., II. pag- ••)-

(13) Documento dell'anno 1064. citato da C. Promis. op. cit..

pag. 197. Ivi stesso si citano passi affini, da documenti degli anni

1031, 1033, 1080: '• Imperciocché gli edifici dei Romani addossati

alle porte per custodia di esse, mutaronsi nella bassae tì

in

residenze

del Signore ". Noi diremmo piuttosto ••

in fortilizi

". Arbitraria­

mente forse il

costrum

di Porta Segusina viene indicato una volta

col nome di

palatium

(...

in

civitate

Taurini in palocio constructo

super portam quoe dicitur

secusino: documento del 1083, cit. da

Promis).

(14) Promis. op. cit., pag. 199.

(15)

Promis, op. cit., pag. 206. L'aggettivo

Turrionica

",

cosi

poco significativo per una qualsiasi porta urbica del tempo, sembra

una storpiatura detraggettivo "

Durianica

" , poi semplificato in

"

Doranea

".

(16) T. Rossi e F. Gabotto, Storio di

Torino.

I (fino al 1280),

pag. 350.

(17) O'Andraae,

Mozione

citata.

(18) Cibrario, op. cit.. II. pag. 18. nota I.

(19)

Ibidem,

pag. 18.

(Ord. Municip.

26 qgosto

1510).

(20) Bendinelli, op. cit., tav. X, fig. II.

(21) Augusta

Taurinorum

(Taurini, Apud

Haeredes Nkobi

Bevi-

loquoe.

MDLXXVII). • G. B.. Aspetto

della d a i nel 1572.

in •• La

Stampa .. 5 Febbraio 1935,.

(22) Gabriello Busca milanese, Detto

Architettura

militar*. Primo

libro (Milano, MDO), pag. S I: * Degna coca (le muragli* dada città

che non pare opera di matone cotto, ma i marmi nè le selce più saldi

non sarebbonsi per si lungo tempo conservati... Fu poi guasta in

parte questa opera mentre facevasi la Cittadella di detta C ittì, et

pure ve ne rimane ancora qualche vestigio, che senza l'ingiurie del

ferro era per durar perpetuamente... Di due porte intere che vi

erano, una ne ho fatta disfare io; per essersi tanto accresciuto il

solo, che restava coperta più di mezza; per rinovargli una porta di

vivo per l'entrata della Serenissima Infante Donna Caterina d'Austria

mia Signora, l'altra che si dice

Porta Palazzo,

è anco intera, tutta

di matone cotto, et della forma che Vitruvio ha scritto, tanto boni

et con si gran diligenza posti in opere, che pare che sia d'un pezzo

solo, et assai bene ornata secondo l’ordine toscano ".

(23) Vedasi, la pianta di Torino allegata nell’opera di F. Pingone

e l ’altra, simile, riportata da P. Gribaudi, Lo

sviluppo edilizio di

Torino dall'epoca romana ai giorni nostri

(Rivista " Torino ", agosto

1933. pag. 8), e Bendinelli, op. cit., tav. XVI.

(24) Come trovasi dichiarato nell'opera

Theatrum Statuum Sabau-

diae Ducis (Amstelodami, Apud hkvredes Johanms

Blaeu, MDCLXXXII),

Pars prima, pagg. 9 seg. - Ignoro se codeste epigrafi si conservino

tuttora in qualche luogo, o se siano andate smarrite.

(25) Interessante al riguardo la serie di piante schematiche

pubblicate in appendice al libro di M. Paroletti,

Turin et

ses curiosités

(Torino, 1819), nonché l'articolo cit. di P. Gribaudi, pag. 12

e 14.

(26) Una " Porta Nuova " sul lato meridionale della c ittì tro­

vasi ricordata g ii nel 1467 (Cibrario, op. cit.. Il, pag. 15), evidente-

■nente richiesta da uno stato di cose, in omaggio al quale fu appunto

aperta la nuova arteria cittadina nel 1615.

(27) Esecutore delle tavole illustrative di Torino che corredano

l'ope

-jm

Sabaudiae,

ma non di tutte, risulta essere stato

Giovanni Tommaso Borgogno (Borgonius). noto ingegnere militare

di Casa Savoia.

(28) Archivio Comunale, Volume n. 28. Categoria n. 45, •• Ru­

brica degli A tti descrittivi dei Testimoniali di stato circa alle Case,

Edifizi d'acqua ed altre propóetì della C ittì di Torino " , compilati

in dicembre 1781, pag. 117-154.

(29) Paroletti, op. cit., pag. 274, e nota seg.

(30) ld.,

Viaggio romantico-pittorico delle provincie occidentali del­

l'antica emoderna halia,

3 voli, illustrati con taw . litografiche(Torino,

1824-1840). Ivi. voi. I, pag. 90: " L’antica Roma non risponde più

in Torino che nel resto del palazzo Augustale: manomesso abituro

che serve in ’ oggi di oscura prigione, chiamata le to rri della

c ittì

(31) La litografa del Gonin trovati riprodotta nell'opera citata

di M. Paroletti,

Il viaggio pittorico-romantico,

alla tav. 7 del I volume.

L’acquerello dell'olandese fu g ii pubblicato da V. Viale, nell'articolo

I Musei civici nel 1931,

fase, di ottobre e dicembre 1932 della

Rivista " Torino " (frontespizio dell'estratto).

(32) Archivio Comunale di Torino. 1855 (

Collezione

Disegni).

(33) Queste notizie e le altre che seguono, sono state attinte

direttamente dai carteggi custoditi nell'Archivio Comunale, ai sin*

goti anni.

Ringrazio, a questo proposito , vivamente il

chiar.mo

sig. Dottor

Cav. Uff. Francesco Cabras. Vicesegret ario Generale dal Comune

di Torino, per l'amichevole assistenza, nonché il sig. Gino Pastore,

Archivista dal Comune, per lo zelo con cui volle aiutarmi nella

ricerche, e la premura con cui diresse le copie dai documenti in

appendice.

Alla Diranone • a ll'o ttimo personale tecnico

nunicipuc vaoano i itoci