LA PORTA PALATINA, MONUMENTO CAPITALE DI ROMANITÀ IN PIEMONTE
Documento n. I.
Comissione al Mastro di Raggione (sic) di far accomodar le torri
di Porta pallazo (sic) et le garite.
L'anno del Signore nostro milleseycento e tre et alli cinque di
ottobre convocato et congregato il Conseglio dell'illustre Città di
Turino nel suo pailazzo et stanza solita a tener il Conseglio.
Al sono della campana et per le cittazioni et momtione fatta
all'instanza delli infrascritti Signori Sindici, ecc.
Omissis
li quali veduta la proposta fatta per detti Signori Smdici della neces-
s tà et bisogno di accomodar et far recoprir le torri di Porta pallazo
et insieme di far accomodar le garite ove sarà il bisogno per servitio
dille sentinelle che si fanno atorno della Città, hanno ordinato et
ordinano che dette torri ei gante si debbano accomodar alle spese
della Città, comettendo al Signor Baronis Mastro di Raggione di
farle accomodar come li parerà necessario et espediente et far acco
modar la coperta delle torri et coprir secondo vuolerà il bisogno,
mandando al thesoriere di detta Città di pagar la spesa che vi anderà
per dette riparatiom secondo l'ordine del detto Mastro di Raggione.
et quello et questo sborsare gli sarà intrato et fatto bono nel!: soi
conti reportando l'ordine osi) mandato desso mastro di raggione
con quittanza del denaro che sborserà.
Documento n.
2.
Epigrafi scolpite in marmo e murate nell'ottobre del I67Ì, presso
la Porta Palatina:
1)
C A R O L U S EMANUE L II
ALLOBROGUM DUX, CYPRI REX
CAETERA DITIONE FIDIS ARCIBUS COMMUNITA.
IPSUM DITIONIS COR, AD SUI CORDIS EXEMPLUM.
NON SOLUM MUNIT. SED AMPLIAI.
NAM QUI SUA SECURIS POSSIDET
HOSTILIA SECURIUS INVADET:
ET AMPLIOR, QUO PRESSIOR.
INFESTOS INFESTABIT.
DIE XXIII . OCTOBRIS
ANNO M. DC. LXXIII.
2)
A U G U S T A M T A U R I N O R U M
TRIUMPHALI CAESARIS AUGUSTI MAGNIFICENTIA
MAXIMIS ITAIIAE URBIBUS AEQUATAM,
TUM DIVO GOTHORUM SAECULO SAEPE DIRUTAM.
’ EMPERQUE AUGUSTIORE SPECIE RENATAM;
AD PRISTINAM AUGUSTI NOMINIS AMPLITUDINEM RESTITUERE
CAROLUS EMANUEL PRIMUS VOLUIT:
VICTOR AMEDEUS MAGNA EX PARTE POTUIT.
C A RO L U S EMA NUE L SECUNDUS
MAGNI AVI COGITATUM. ET MAXIMI GENITORIS INCEPTUM
NON DEGENERI ANIMO EXPLETURUS.
ADSPIRANTIBUS DEIPARAE VlRGINlS AUSPICllS,
AUGURALEM HUNC LAPIDEM IACIT.
DIE XXIII. OCTOBRIS ANNO A VIRGINEO PARTU
M. DC. LXXIII.
Haec prò tempore ad lateralem, nec patulam sempre Portsm “
(Theatrum
S
Utuum
Soòoudioe Duca, I. pag. IO).
1724
VITTORIO AMEDEO per grazia di Dio Re di
20 maggio
Sardegna, di Cipro, e di Gerusalemme ecc..
Duca di Savo a, di Monferrato ecc., Principe
di Piemonte ecc.
Avendo la nuova forma data alle fortificazioni della nostra Metro
poli rese mutili al servizio nostro le due antichissime Torri, e mu
raglie fra esse esistenti della Porta Palazzo vecchia e qualche siti
i vi
attigui, e desiderando che quelle non restino più abbandonate
aU'ingiurie del tempo, ma anzi conservate, et impiegate unitamente
a detti siti in qualche uso di pubblico benefizio, oltre, che, volendo
noi provvedere un luogo appartato, per la detenzione dei Contrav
ventori agli ordini del Vicariato nostro in d.a Città a tenore del
l'editto del li 11 febbraio cori ente anno, per lasciar libero l'uso delle
carceri senatorie, come altresì un sito per fabbricare botteghe, ed
abitazioni per li macellari d'ordine nostro repartiti in cinque quar
tieri d'essa Città, per servizio pubblico, e ne' luoghi più appartati,
ci siamo per quest'effetto determinati di concedere, come per le
presenti di nostra mano firmate, certa scienza, autorità Regia, par
tecipato il parere del nostro Conseglio, concediamo alla Città di
Torino l'uso delle due Torri, e muraglie alle medesime adiacenti,
e siti della detta Porta Palazzo vecchia in misura, cioè dette due
Torri, e muraglie, compreso il cortile, di tavole quindici, piedi otto;
ed il sito da fabbricarsi, qual fa facciata alla Contrada in mezzo a
dette torri, tavole tre, et onoe sei. et altro sito laterale alle mede
sime verso Porta Pallazzo nuova. Cu .n distanza da questa, di trabuchi
nove, tavole venti quattro, oncie otto, lasciandosi vacuo il sito da
detta fabbrica da costruersi verso la cortina in larghezza di trabuchi
cinque per tutta l'estensione di detta fabbrica, che tra larghezza e
longhezza resterà detto sito vacuo a tavole sessantadue. piedi nove,
oncie nove; con obbligo alla detta Città di far riparare, e mantenere
dette torri per servizio della giustizia, e quelle ridurre in stato di
servire di carcere al Vicariato sudetto, senza lesione però delle dette
Torri, o variazione della forma d esse, e di far construere in distanza
però dalla sudetta Porta Palazzo nuova trabucchi nove, e dalla cortina
trabucchi cinque, botteghe ed abitazioni per li macellari del quar
tiere sudetto col danaro di detta Città, e come tali proprie di questa,
ad esclusione sempre de' siti, torri, e muraglie sudette nello stato
presentaneo, senz'obbligo di veruna mdenmsazione a riguardo de'
proventi del Capitale da esporsi per essa Città, in correspettività
de' quali cederanno a risigo e pencolo della stessa Città detti fitti,
restando però a carico della medesima la manutenzione di dette
Torri, muraglie e carceri durante la presente concessione, salva
sempre e riservata a noi, ed a nostri Reali Successori la proprietà
di dette torri muraglie, e siti, e con essa la ragione d'unire a la pro
prietà delle dette fabbriche da construersi e miglioramenti a quella
del suolo d esse, mediante l’indenmsazione da darsi alla detta Città
del valore di quelle al tempo della consolidazione sudetta, o
o che cessasse alla detta Città d.* uso accordatoli, e per verificare
tal valore, dovrà la Camera de' Conti far procedere ai testimoniali
del Stato presentaneo di dette to rri, muraglie e siti. Commandiamo
pertanto a tu tti li Magistrati, Uffiziali. ed a chiunque appartenga
d'osservare e far inviolabilmente osservare la disposizione di questa
nostra concessione, e dalla Camera nostra de' Conti di quella inte
rinale se^>ndo sua forma e tenore. Volendo che la medesima venghi
spedita senza verun costo di spesa d’emolumento, quos et albergo.
Che tale è nostra mente.
Dato, alfa Venaria li vinti di maggio l'anno del Signore Mille
settecento vinti quattro, e del nostro Regno l'Undecimo.
Firmato V. Amedeo.
Sottoscritti V* Riccardi Guarda-Sigilli
V* Palma
V* D. S. Laurent
Controsegnato: M d lirtde
Documento n.
3.