

E V t L U Z I M E n i U S T I i l I L K ■ CR I S I USI, R I S P A R S I O
F, CLASS I S O C I A L I l \ I T A L I A
I
n It alia. «Idrante la sovrapposizione «Iella menta
lità nuova e dei sistemi industriali alle vecchi»*
storielle usanze, sovrapposizione elle si manifesta
fortunatamente più lentamente die altrove, non
viene eliminata la persistenza «li vecchie e vitalis
sime tradizioni. La guerra anche iu queste» campo
non solo si dimostrò grande aceclcratricc di fenomeni,
ma favorì un processo di redistribuzione di fortune
dal quale non andò immune la borghesia italiana. La
leva sul risparmio, provocata dalla crescente infla
zione, nasconde inizialmente la realtà del fenomeno
nelle sue metamorfosi particolari, in quanto la brama
dei facili guadagni attirò nel gorg«> divoratore non
pochi capitali alla ricerca di più laute prebende iu
titoli industriali o comunque a reddito variabile.
Titoli che cominciarono precisamente ad attirare
anche quei ceti che avevano sofferto in seguito
all'eccessiva fiducia nell'immobilità dei valori fìssi.
La crisi e, come qualcuno disse, l'insufficienza della
borghesia italiana del dopoguerra si confonde con
la crisi del risparmio, il quale era stato alimentato
sempre da un senso innato e tradizionale «li respon
sabilità: è certo clic la crisi del dopoguerra fu tanto
rilevante per le classi medie «la modificarne le eomli-
zioni normali di vita, in quanto i reilditi fissi si ri-
dusscro
«leir.HO-JMi per cento nei confronti della loro
capacità «l'acquisto. Fu giustamente rilevato che la
intlustria contribuì a modificare le condizioni sociali
preesistenti, nel senso «li attenuare i vincoli leganti
i componenti «li ogni classe, «li creare un senso di
maggiore inquietudine, «li allentare gli stretti legami
familiari, «li creare nuovi bisogni, «li rompere le vecchie
trailizioni e le antiche usanze, «li allargare i ceti
produttivi industriali, commerciali e professionali,
sostituendo, a quelle ormai sorpassate, nuove con
cezioni «li vita e nuove aspirazioni (1). K certo che
la nuova vita industriale, «liversa «la quella «li un
secolo fa. contribuì ad accorciare le distanze, a sop
primere molte differenze sociali, socialmente da noi
in Italia, ove non dobbiamo attendere che la bor
ghesia media e piccola abbatta, come in Francia,
un ancien regime jn*r creare nuove condizioni
«li vita «Ielle classi medie. In Italia, al contrario
della Germania, questa netta distinzione non la tro
viamo.
Da noi, fin dalla seconda metà «lei secolo X IX ,
era sconosciuto il concetto di società
come
era inteso
«lai tedeschi (li), in «pianto la professione non ha mai
segnato — almeno nei tempi in questione — una
netta classificazione separativa degli uomini nel con
sorzio civile. Questa situazione contribuì a miglio
rare sempre più l'unità delle classi italiane nel senso
che, «lai nostro industrialismo e «lai nostro movi
mento commerciale, scaturirono nuove forze, le quali,
anziché indebolire quel provvido legame connettivo
che è rappresentato «lai medi «•«•!i interessati a«i evi
tati* salti nel buio o violente trasformazioni istitu
zionali, contribuiranno al rafforzamento «li tali h*gami.
I na civiltà nella quale si conservino e si perfezionino
li* tradizioni agricole del medio possesso c della pro
prietà coltivatrice non si può immaginare esulando
«lalla esistenza «li un aggregato, il (piale, nella sua
coesione, mira a trattenere, a moderare la efferve
scenza incomposta «li altri nuclei e ad attirare contcm-
porancam«*ntc dalle classi inferiori nuovi elementi
dotati «li volontà «* «li capacità.
In Italia, prevalgono industrialmente le medie e
le piccole aziende. K vero che sono aumentate nel
secolo X X 1«* società anonime, ma non «levesi dimen
ticare come, gran parte di esse, sono state tino a ieri
azicixh* a base personale (.{), e ('artigianato che ri
spondi* alle esigenze dei bisogni locali risponde ot
timamente alle condizioni del consumo. F' anche nel
fatto che la nostra economia è intessuta, sia dal
punto «li vista industriale che da quello commerciale,
di aziende «li proporzioni diversissime, vediamo con
dizioni favorevoli all'esistenza e consolidamento ili
ceti medi.
Il
perfezionamento inoltre ddl'attrczzatura com
merciale italiana contribuisce e contribuirà sempre
più alFailargarsi di questa classe che mantenne sempre
nel tempo e contro i vari partiti un'individualità ed
una personalità spiccatissima, frutto «Iella consape
volezza della propria funzione politica ed economie;».!
Là ove l'attrezzatura industriali* si dimostrò insuf
ficiente, troviamo il compenso deH'organizzazione
commerciale che attira e forma nuclei nuovi vólti
a fecondare i medi ceti. Ne è alieno a questo raffor
zamento lo sviluppo del credito po|xtlarc.
U o p o
il
ISTI infatti, ad opera del Luzzatto, s'acuisce il fer*
p, più precisamente, per il 4,ò6 % a grandi industriali
c «• mmercianti; per il <»,r*o ° „ a grandi agricoltori
proprietari e fittavoli; per il 17-71 ° 0 a piccoli agri-
collosi.
proprietari e fittavoli; per il lt>,0.j ° 0ad impie
gati. maestri, liberi professionisti, e per il .{0,37 %
a piccoli industriali, piccoli commercianti ed arti
giani (4).
Così dicasi della funzione esercitata, almeno fino
alla crisi monetaria del dopoguerra, dalle casse
rurali e dalle varie cooperative «li credito, distinte
in casse rurali e casse agrarie, le quali contribuirono
ad elevare « una plebe ignorante e passiva... al rango
«li piccola borghesia » (.">). Alla quale elevazione con
tribuì certamente la dottrina socialista, che in quel
tempo cooperò, nella sua più feconda ed ordinaria
teoria e mediante questi strumenti «capitalistici»,
a sollevare le condizioni materiali e morali delle
classi rurali. K così, con l'intensificarsi del fenomeno
iiuliistriale, la classe media, non solo trova nuovi
elementi clic la completano e la rinforzano, ma con
cepisce sempre più i problemi industriali e commer
ciali coinè problemi che la devono interessare da
vicino. Ossia questa classe, come trova elaterio nel
nuovo clima industriale e commerciale, così in questo
«lima matura la sua mentalità.
Non attirano il suo interesse solo impieghi di ordine
«•«li concetto, ma anche le libere professioni, il titolo
•li studio superiore da servire per l'impiego nelle
industrie e nei commerci, non meno che nella buro
crazia statali* e locale. K così si allarga, s’ingrossa
l'esercito «lei piccoli e modesti percettori «li reddito
clic >i affiancano ai medi e piccoli proprietari fon
diari. ai liberi professionisti, agli ufficiali dellYscrcito,
ai titolari di medio reddito, tutti diretti a permeare
e ad arricchire il corpo sociale.
* * *
Quali furono le condizioni in cui vennero a tro-
'ar>i questi nuclei sempre più densi del dopoguerra!
Contro quali ostacoli dovettero lottare! Quali le crisi
•■l:« !i colpirono! In quale posizione economica ven
nero a trovarsi! Ecco altrettante domande che spon-
t.incarnente sorgono in chi brevemente si sofferma
:i considerare la genesi e l'evoluzione di medi ceti
sociali. E troppo noto come caratteristica dei ceti
lindi >ia, salvo eccezioni, la lentezza d’adattamento
ii* : luro redditi alle variazioni della congiuntura e
(il •>ià
nel decennio precedente la guerra era atato notato
kiik
'(Mutamento delle cLa«*i lux-iali nel Menno di un leggero
!•■<!'m ento d«-lla popolazione produttrice agricola e un inerr-
nt«-nto
della popolazione produttrice industriale commerciale
specialmente alle oscillazioni del valore della moneta.
Dolorose furono, come si sa, le conseguenze per questi
ceti dei turbamenti verificatisi nell’equilibrio sociale
dalla guerra in poi. Quanto più essi si trovarono a
dover vivere in ambienti dove l’industrialismo cre
scente ed affannoso del periodo bellico arricchiva
ceti nuovi incapaci ili porre un adeguato freno alla
mania spendereccia, tanto più i confronti furono tristi
per le classi medie. Costrette a restringere sempre
più il magro bilancio, a limitare gli acquisti alimen
tari in un momento in cui molti ceti dei nuovi ricchi,
invece «li economizzare le ridotte quantità di viveri
disponibili, ne aumentavano il consumo, ne risultò
una sperequazione a tutto danno di questi nuclei
sprovvisti di redditi che seguissero il variare incom
posto della congiuntura. « Impiegati, pensionati, pro
prietari di case e di terreni, possessori di titoli di
Stato prebellici, di cartelle ipotecarie e di obbliga
zioni, vedove e pupilli ». ricorda il Prato, vennero
a soffrire più «li altre categorie e certamente più delle
categorie operaie che, discese nelle città industriali,
vedevano i valori crescere continuamente, determi
nando in alcune città, come a Torino, condizioni
salariali specialissime riverberantisi sul costo di pro
duzione.
K con l'ingrossarsi delle file dei ceti medi le conse
guenze, sulle quali ci siamo intrattenuti, si fecero
più duramente sentire. Xon bisogna
ticare —
oltre a quanto si è detto — come i ceti medi dello
anteguerra rappresentassero una classe di persone le
quali godevano di un discreto potere di riserva, in
altre parole era una classe che poterà attendere. Questo
potere di attesa oggi
é
molto ridotto, sopratutto se
i componenti hanno origini rurali.
Ciò spiega l’aspirazione ad un rapido, se pur
modesto, guadagno e la preoccupazione della stabi
lità dell’impiego, preoccupazione che supera di gran
lunga quella del perfezionamento della propria capa
cità professionale.
Sembra quindi evidente la necessità di un migliora
mento della capacità professionale di tutte le categorie
professionali, in ottemperanza ai principi dichiarativi
della Carta del Lavoro. Questo perfezionamento non
solo rinforzerebbe le basi conservative delle classi
medie, ma migliorerebbe altresì attraverso i consigli
delle corporazioni la posizione generale dei ceti medi
nelle varie attività economiche.
ANTONIO FOSSATI
(2) fì. Olivetti,
Premetta.
al
voi.
L'indH*tria italiana,
pag.
X XXiii.
(3 ) M
ic h e l
.'».
Proletariato e borgknia nrl movimento tocia-
litta italiano,
Torino. Rocca,
190H,
pag.
293
e «eg.
(4) fi. O liv e tt i,
op. rit,
pag. lx iv .
(5) Fan
FA M ,
/
problemi del lavoro in Italia prima del
1900,
in:
99* di *toria economica italiana,
Milano, « V ita e
Peoaiero ■, pag. 2«9.
M
vorc |»er le istituzioni creditizie popolari. Centoventi
banche |Mq»oluri esistenti in Italia al lHSn (se iM
calcolano
nel IHK3 e ben 700 nel 1*90) offrono!,
i loro servizi a centomila cinqueeentonovantatre so ci»
P»n meno di quella addetta alle profeanioni ed agli impieghi,
fr.
1,’tforma nodale.
1916; ti. CUBATO,
Lo tpopolamcnio
II' rlaui *<ialt in Italia nel decennio precedente
la
guerra.