

I L R I C U P E R O D E I R I F I U T I
nel quadro del l ’economi a nazionale
Non -i allarmino le persone sensibili. rln* provano
giustificata repulsione per le cose -porche. se par
liamo delle immondizie, (li studieremo di parlarne
— come dire?
in .«ordina. Usando parole il più
possibile ripulite: e lauto per incominciare diremo:
« rifiuti » anziché immondizie. Suona meglio ed è
meno sgradevole, e soprattutto non richiama con
immediatezza alla mente le montagne di spazzature
puzzolenti in fermentazione.
Parliamo dunipie dei rifiuti.
Avete mai pensato che «la tutta quella indefinibile
accozzaglia di cose e arnesi in
d i s u s o :
stracci -filai1-
ciati, carta inservibile, rottami d'ogni sorta, avanzi
senza forma: da tutto quel lereiume del quale vi
libera lo spazzaturaio svuotando ogni giorno il vo
stro bidone delle spazzature, può sorgere una fonte
di ricchezza? Avete mai pen-alo che conservando
ben selezionati tutti quei ritinti dei quali voi vi li
berate con non celata sensazione di schifo e che non
godono la tieppur minima vostra considerazione, po
treste contribuire efficacemente al raggiungimento
di quelle mete autarchiche clic il Duce, con geniale
chiaroveggenza, ha additato alla Nazione tutta e
che voi. certamente, da buoni italiani e fascisti per
seguite con tutte le vostre forze?
Al numero uno della scala valori dei rifiuti vanno
collocati i rottami metallici propriamente detti i
quali, in relazione agli sviluppi dell'industria -ide-
rnrgica. sono -aliti al rango di prodotti pregiati e
oggi sono perfino soggetti a regolamenti e restrizioni
anche in quei Paesi che la natura ha prediletto do
tandoli di giacimenti di minerali di ferro.
Per questo genere di rifiuti la mentalità si è ormai
e da tempo orientata verso la via giusta dell'eco-
nomia. Superfluo sarebbe perciò dilungarsi a parti
colareggiate considerazioni. Vogliamo soltanto ri
cordare. a puro titolo dimostrativo e per convincere
gli increduli. -e mai ancora ve ne fossero, che uno
scrittore americano (uno di quei sostenitori della
democrazia
cosi
attaccati ai sacri principi da giun
gere al paradosso che runico mezzo per difendere
la pace è quello di scatenare la guerra), uno scrit
tore americano dicevamo. lanciava questa proposta:
considerato che gli Stati totalitari comprano da noi
quantità considerevoli di rottami metallici che ser
vono per le costruzioni guerresche. diamo prova
della nostra decisione sospendendo loro ogni for
nitura.
La proposta rimase, naturalmente, lettera morta
sulle pagine della rivista che la ospitò, ma pur non
tenuta in alcuna considerazione
es sa
rappresenta
tuttavia un sintomo della mentalità con la quale gli
Stati privilegiati vorrebbero fraternamente stran
golarci.
Dobbiamo perciò tendere con tutte le nostre forze
al raggiungimento ddl'autarchia totalitaria senza
escludere nessuna delle
p o s - i h i l i t à
che a noi si of
frono di diminuire ogni acquisto allY-tero.
I no dei mezzi per realizzare l'auspicato risultato è
appunto quello — non ridete — di utilizzare al
massimo quanto fino a ieri consideravamo soltanto
come materia di rifiuto. Nulla deve andare disperso.
Questa è la legge sovrana che deve regolare ogni
nostro atto di consumatori. Ogni qual volta vi ac
cingete a liberarvi di qualcosa che ritenete inservi
bile dovete tener presente che cosi facendo contri
buite a di-truggere una po-sibilità di ricchezza sia
che si tratti di carta odi cocci di bicchiere, di stracci
o di lampadine rese inservibili, di vinacce o di ossa,
di filacce o di lastre di vetro, di gomma o di lamette
da rasoio.
Pensate che annualmente non meno di un milione
di quintali di os-a — la cifra è accertata da calcoli
attendibilissimi — va disperso. Questo sperpero si
gnifica lo spreco di una fortuna valutabile a circa
trenta milioni di lire. La dimostrazione ce la of
frono. con la loro inoppugnabile chiarezza, le cifre.
Dalle ossa si traggono grassi. I grassi ricavati da un
milione di (pùntali di ossa producono 1.200.000 chi
logrammi di glicerina e cioè di materiale esplosivo;
sedici milioni di chilogrammi di sapone; diciotto mi
lioni di chilogrammi di colla da falegname: -ettan-
tacinque milioni di chilogrammi di concime. C*è
quanto basta per indurre a considerare il problema
dei rifiuti con attenzione. Ma non è tutto. I rifiuti
sono un tesoro favoloso formato da ogni più dispa
rata materia. Nella sola Torino se ne raccolgono
ogni giorno qualche migliaio di quintali.
Quanto basta per accumulare una montagna. Vi
sono naturalmente persone che provvedono a sepa
rare attentamente l ’una materia dall'altra. Così le
scatole slabbrate e deformi della conserva, della