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I

barbari, avidi di saccheggio, di rapine e

di stragi, superato il baluardo alpino, si rove­

sciarono sulle terre ridenti d 'Italia.

Premonitore delle devastazioni materiali,

l’errore di Ario elle negava la d ivin ità del

Cristo andava sconvolgendo le coscienze dei

fedeli.

I Torinesi, nella pavida attesa che i barbari

piombassero sulla loro Città, sentirono più

vivo il bisogno del conforto e della consola­

zione.

Ora. neH’anno 415 viene innalzato a \ escovo

della Chiesa Subalpina San Massimo, faro

vivissimo di dottrina e di carità cristiana. Egli

riesce, in primo luogo, a combattere ed a

vincere l'eresia ariana. Attribuisce il merito

dell’insigne vittoria alla Vergine del Cielo.

di Essa,

la di Lei

Effigie. ch*egli aveva ricevuta in dono da

Sant’Eusebio. Vescovo di Vercelli.

Detta Effigie venne chiamata di Maria

Consolatrice, donde nacque poscia l’epiteto di

•Consolata . Si tratta di un mirabile dipinto

su sottile tela di quattro palmi di altezza, rap­

Come segno di gratitudine verso

espone alla venerazione dei fedeli

presentante l'immagine della Vergine che regge

il Bambino sul braccio sinistro. Un velo di

color turchino le copre la testa ed un terzo

della fronte, e viene a legarsi sotto al collo,

stendendosi poscia per tu tta la persona sino

al fondo del quadro.

Sul velo figurano ricamate due stelle gialle,

una corrispondente alla fronte e l'altra a metà

del braccio destro superiore. Una striscia gialla

di tre righe di ricamo, dalla quale pendono

quattro fiocchi parimenti gialli, attraversa nella

sua larghezza il velo.

Tanto la Vergine come il Bambino mostrano

la testa ornata di raggi. Il Bambino tiene la

mano destra sul seno della Madre ed appog­

gia la sinistra sulla mano sinistra di Lei.

Egli è vestito d'una tunichetta color cremisi

chiaro.

Le due faccie sono meravigliose per la

espressione mistica di dolcezza, di dignità e

di pietà.

Sant'Eusebio aveva portata la Santa Icona

dalla Palestina, regalandola poscia, come si è

detto, all'amico San Massimo.

Questo Santo Prelato la fece collocare nel