

rare vittime nè per le strade, nè nel convento
ili Sant’Andrea, punto in cui più si accaniva il
tiro nemico, e ciò nonostante le molteplici
lesioni cagionate ai muri, agli archi, ai fine-
>troni, ai pilastri della Chiesa e del coro, ed
in altri ambienti del citato monastero.
Ragione dell'accanimento nel bombardare
i pressi del Santuario fu più particolarmente
perchè il Comando Supremo dei Gallo-Ispani
aveva constatato come più frequenti e più
facili avvenissero le sortite delle truppe asse
diate dai bastioni e dai ripari chiamati della
Consolata. Non soltanto, ma il campanile di
Sant'Andrea era da quello ritenuto come un
ottimo osservatorio degli assediati per rego
lare il tiro delle artiglierie.
Se si calcola che non meno di 38.800 furono
le bombe tirate sulla C ittà assediata e che la
maggior parte di esse caddero precisamente
nei pressi del Santuario, non reca meraviglia
la fiducia dei Torinesi assediati nella prote
zione della Consolata.
La strepitosa vittoria poi di soli 30 mila
Austro-Piemontesi sopra 80.000 Gallo-Ispani
apparve ai Torinesi una manifesta prote
zione della Vergine Celeste. E la Chiesa-
Santuario di Superga, eretta per voto dal Duca
\ittorio Amedeo I I , sta a dimostrare tale
credenza.
Un altro mirabile avvenimento concorse ad
accrescere la divozione e la fiducia del popolo
torinese verso la Consolata. Nel 1835 il
« cholera morbus « menava terribile strage in
tutto il Piemonte e si avanzava implacabile
verso la Capitale.
La colonna che sorge al lato sinistro del
piazzale della Consolata, innalzata dai Tori
nesi per ringraziare la Vergine Celeste di aver
allontanato dalla loro Città in modo vera
mente inspiegabile il terribile morbo, testi
monia la fede e la fiducia di questo popolo
n«*lla sua grande Protettrice: la Consolata.
La Regai Casa di Savoia fu sempre assidua
nel visitare con grande fervore e assai frequen
temente il caro Santuario. Fra i tanti Principi
Sabaudi che si recavano abitualmente a pre
dare dinanzi alla taumaturga Icona, citiamo
soltanto Amedeo V, Emanuele Filiberto, Carlo
Lmanuele I I (che pose i suoi Stati sotto il
patrocinio della Consolata), le piissime Regine
Maria Teresa e Maria Adelaide, ed infine il
He Vittorio Emanuele I, reduce dall'esilio,
dopo la caduta del Gran Còrso.
£ quindi indubbio che il Santuario della
Consolata racchiude in sè innumerevoli remi
niscenze storiche di avvenimenti straordinari
«* degni di venire tramandati ai posteri, inti
mamente legati alla sua storia ed al suo svi
luppo.