Table of Contents Table of Contents
Previous Page  601 / 869 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 601 / 869 Next Page
Page Background

GLORIE DEL VECCHIO PIEMONTE

Lo storico processo di un valoroso

(il conte CATALANO ALFIERI)

di GIORGIO ROVERE

Il conte Catalano Altieri, fondatore del reggimen­

to. poi brigata « Piemonte » è una delle più belle

ma più dolorose figure militari del regno di Carlo

Emanuele II. vittima di una congiura bassamente

ordita ai suoi danni. Dopo

anni di servizio spesi

nell'adempimento del dovere ili soldato, e dopo aver

raggiunto le più alte gerarchie dello Stato, si vide

imprigionato in una cella della cittadella di Torino,

ove il cuor suo non resse all’umiliazione ed al dolore

e dove morì il 14 settembre 1674.

Se la storia deve essere veramente maestra della

vita non deve tacere gli errori degli uomini, rilevan­

doli anzi dove vi furono, riabilitando gli onesti, tac­

ciando inesorabilmente i colpevoli.

Per questo noi riteniamo, rievocando le vicende

dolorose di un periodo storico del nostro passato, di

rendere un doveroso omaggio alla tìguru del conte

Catalano Alberi che negli ultimi giorni, pur nell’ac­

casciamento dello sconforto, insegnò ai posteri quanto

nobile e generoso sia il cuore di un soldato.

Voi sapete — egli disse alla moglie — che io

muoio innocente. Voi perdonerete ai nostri nemici,

come io fin d’adesso loro perdono. Mi rimangono due

figli. essi sono lungi da qui e presto conosceranno la

mia sentenza. Voi direte loro di giustificare la me­

moria del padre. Ecco l’incarico che Vi affido come

vostro primo dovere. Forse i nostri figli sicuri della

mia innocenza si disgusteranno del loro paese. Dite

ad essi che il loro dovere e di ben servire il Principe,

e questi sarà loro doppiamente grato, ne sono sicuro,

tuntoppiù che presto riconoscerà l'innocenza del pa­

dre loro. La calunnia non può avere successi dura­

turi ».

Il conte Catalano, discendente da una antica fa­

miglia di Asti, aveva iniziato giovanissimo la carriera

delle armi sotto la guida del genitore, rimasto p>i

ucciso in combattimento da un colpo di cannone.

Aveva partecipato a tutte le guerre dei suoi tempi

molto distinguendosi, prima come cornetta di caval­

leria. poi come capitano ili una compagnia di archi­

bugieri a cavallo, poscia quale comandante di un

reggimento di fanteria che da lui prese il nome. Fe­

rito parecchie volte in combattimento aveva dato pro­

ve particolari ilei suo valore al combattimento di

Trino e all’assalto di Ceva, in seguito ai quali aveva

ottenuto la nomina a Governatore deile Langhe. Nel

1664 infine aveva ceduto il tornando del reggimento

al tìglio essendo stato creato Generale di Fanteria.

Sul suo petto brillavano le più alte decorazioni e l’or­

dine stesso del Collare della SS. Annunziata, ed ave­

va goduto sempre la massima stima del Duca Carlo

Emanuele lì che più volte era stato spettatore del suo

eroismo.

Le sue sventure cominciarono nel 1672, con la

sfortunata spedizione contro la Repubblica genovese,

ordinata dal Duca che proseguiva un'antica aspira­

zione dei Savoia.

L'origine della contesa fu provocata da discordie

di proprietà dei possessori dei terreni esistenti sugli

incerti confini, ma valse indubbiamente a spingere il

Duca all'azione la promessa fattagli da un certo Raf­

faello della Torre, losca figura di avventuriero se

pure discendente ila nobilissima famiglia di Genova,

di una rivolta chc sarebbe scoppiata a momento op­

portuno nella coitale della Repubblica. Certo ad

ogni modo che tale fatto influì a svalorizzare l'im

presa chc venne erroneamente considerata di facile

attuazione.

Ad essa vennero destinati 3WM) fanti c mille ca­

valli ed il comando fu affiliato al generale Catalano

Alfieri avente in sottordine il marchese di Livorno

figlio ilei marchese di Pianezza.

20