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Alessandro Lupo fu assai rapida e non ebbe più sosta.

Egli era entrato ufficialmente e con onore nel mondo

dell'arte e d’un balzo venne portato dalla critica d'al­

lora

non facile nè indulgente — a far parte della

famiglia dei pittori piemontesi del tarilo Ottocento.

Dopo quel lusinghiero successo, vincendo le diffi

colta e i contrasti d ’ogni genere che si oppongono

sempre, inevitabilmente, agli artisti, speci ilmente

ai giovani. Alessandro Lupo continuò ad esporre le

proprie opere alle mostre della Promotrice e a quelle

annuali del Circolo degli Artisti.

In seguito partecipò alle maggiori esposizioni

d’arte italiane, tra le quali, per citare solo le più note,

la <• Biennale di Milano, la ■Quadriennale •• di

Roma e la » Biennale > di Venezia. In quest’ultima

ottenne dalla giuria il diritto all’invito permanente.

K col passare degli anni, egli procedeva sempre

innanzi sulla via dell'arte con meritata fortuna.

Venne

il giorno in cui volle osare di più; volle affron­

tare la giuria più severa, quella di una mostra inter

nazionale di gran fama, meta suprema e battesimo

più ambito: il »

Salon

di Parigi. Sono ben note

le difficoltà che si oppongono alla accettazione delle

opere in quella Mostra. Nel 1924 Alessandro Lupi

invii) a quella Esposizione un grande quadro che

rappresentava un mercato: banchi e bancherottoli. j

andirivieni di una folla variopinta, venditori compra- j

tori, passanti che indugiano intorno alla merce, tutto j

movimento, tutto vita. Il titolo del quadro? -

Mada

me baule

perchè la scena è dominata in primo ]

piano da una vecchia contadina che porta due ini j

mensi occhiali. Titolo allegorico? Quella ■

Madame

;

besicle •

che porta dei grandi i>cchiali, perchè è quasi

cieca, non deve rapprentare per lui la sua Fortuna?

E la Fortuna non è lorsc cicca?

Egli aveva provveduto alla spedizione di quel suo

quadro segretamente, non s'era confidato con nes

suno. aveva agito nel più grande mistero. Il quadro

partì e lui rimase a Torino in trepidante attesa. Un

bel giorno gli pervenne da Parigi la notizia che la

Giuria aveva all'unanimità accettata la sua opera.

Egli corre a Parigi — era la prima volta chc vi ci si)

recava

sfoglia il catalogo ufficiale dei

Sulon,

vede)

il suo nome e il titolo: »

Madame besicle »,

ma vede]

anche di più. e cioè chc sul catalogo c'è anche la ri-

produzione del suo quadro: onore chc era riservate

solo alle opere migliori. Il segretario lo accompagni

j k t

le corsie della Mostra per indicargli dov’è stat<

collocato il suo quadro, egli vede che è stato messo

a centro parete in una delle sale più in vista.

11 successo ottenuto al

Salon

fu

j k t

il Nostro una

consacrazione ufficiale; •

Madame besicle

» con

l'ausilio dei suoi occhialoni aveva visto giusto. Da

allora egli jxirtccijxò più volte alla grande Mostra

parigina; le

o j k t c

ch’egli ebbe a inviare al

Salon

negli anni successivi furono parecchie c tutte senza

ritorno. Eccetto una. Una sola. jK-rchè il suo Autore

non la volle vendere e cioè:

Vecchio lavoratore

(

Salon

1925). Diceva il Lupo che in quel quadro egli

aveva dipinto la figura simbolica di sè stesso.

Vecchio

lavoratore

è un vecchio cavallo stanco che sosta in

una mascalcìa in attesa che anche al suo compagno

ili lavoro, un altro vecchio cavallo stanco, siano so­

stituiti i ferri agli

z ik c o I ì ;

la sua vecchiaia è palese.

jHivcro vecchio cavallo che ha sempre faticato trai­

nando carichi gravosi: ha i garretti ingrossati, indu­

riti. il suo collo è segnato da dure callosità provocate

dal jK-sante collare nello sforzo del traino, ma il suo

asjKtto tradisce l'antica vigoria, ed è evidente che

ancora possiede capacità di lavoro.

Dieci città italiane jxisseggono nei propri musei

o jk t c

di Alessandro Lup i. Tra le quali è Tot ino

(Galleria d'Arte moderna); Milano (Castello Sfor

/.esco); Trieste (Museo Revoltclla).

Alessandro Lujxj non fu solamente pittore di

scuola piemontese. Artista in perenne ricerca di nuo­

ve forme espressive assimilò al suo stile anche le

caratteristiche di altre scuole di altre regioni italiane.

Egli non fu solamente fratello del Fontancsi. del

Dclleani. deH'Avondo, del Tavcrnier; egli uscì anche

dalla cerchia dei pittori piemontesi jxrr la sua versa­

tile genialità artistica. Milano lo volle quasi far suo.

Critici milanesi, tra i quali quello del

Corriere della

era.

vollero scorgere in lui maggiori affinità con i

•pittori lombardi che non con i piemontesi. In occa­

sione d'una delle sue mostre personali, a Trieste, do­

ve aveva espisto quadri di manne veneziane («

Mat­

tino d'ottobre in laguna

» — <■

Piazza San Marco »

"

Tramonto sul Canal Grande

>•) Silvio Benco

scrisse di lui : Questo pittore piemontese l certo

ino dei maggiori pittori di Venezia chc oggi esistono

ii Italia e anche fuori ». Quando a Napoli espose le

le che aveva dipinte a Capri, la critica partenopea

lapprima non si capacitò che l'autore di

esse fosse

m piemontese. Chi. se non un pittore meridionale,

•"teva concepire l ’isola del sole con tanta ricchezza

Cavalieri dojio aver ben osservato ed esaminato alcu

ne tavolette che il L up i gli aveva jxjrtate, non esitò

ad assicurare al giovane artista una sicura riuscita.

" Nel lasciare lo studio di Vittorio Cavalieri dopi

quella prima visita • — narrava il Lup i — <• avevo

la testa in fiamme! E da quel momento sjiosai la

pittura col fermo projjosito di non mai più abban

donarla ».

Trascorreva il Lup> intere giornate nello studio

del Maestro perfezionandosi nei segreti della tecnica

e nel gioco dei colori. Quando ritenne giunto il mo­

mento opjiortuno. il Cavalieri consigliò il suo giovane

allievo a presentare tre studi <• dal vero » all’Esposi-

zione della Promotrice delle Belle Arti di Torino.

E Alessandro Lupo, non ancora ventenne, si vide

accettati tutti e tre i suoi saggi e

j k t

di più se li vide

tosto venduti. Da quella data la carriera artistica di

A . Lupo - Madame Besicle.

A . Lupo - Mercato di Chivasto.

A. Lupo -Vecchio lavoratore.

di luci e di movimento? Quei Faraglioni luminosi

sorgenti da un mare d'indaco intenso, quelle stra-

dette fiancheggiate da bazar multicolori e animate da

una folla che pare presa dal fascino di quel paese di

fiaba? C ’è nei colori di quelle tele un’armonia che

si direbbe musicale... E la critica fu concorde nell’as-

serirc chc l’isola del sole « aveva trova’

-littore

più degno » c riconobbe che : « nessun altro setten-

A. Lupo - Oropa.