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ii

NELLO VANNUCCI

pittore emotivo

Mia madre.

1

tempi della pietra ili paragone, oggi, sono tra

montati e se istintivamente la sensibilità individuali

si richiama ad accostamenti per meglio determinare

la natura del soggetto si corre il rischio di sminuire

la serietà del proprio giudizio. L’Arte è quella che è.

e

nel campo della pittura, dove più convergono i pa­

reri più discordi e disparati, una definizione assume

l importanza dei singoli gruppi, anche

s e

la pleti ra

dei critici trae determinazioni che vorrebbero essere

basilari ma che in sostanza sono aibitrarie e in ogni

caso suscettibili di valutazione.

Non si vuole qui portare l'attenzione sul fenomeno

del div ismo pittorico o sull'ultima scapigliatura • stei

nista parigina o lamentare l'incolore omogeneità dei

giovani, parere non tropjx» vero e neppure troppo

errato, o cercare addirittura di immaginare gli amabili

occhietti maliziosi di Picasso velati d ’immenso! Il

punto centrale su cui si può convenire nella valuta­

zione di una qualsiasi tendenza pittorica rimane sein

pre l’elemento introspettivo, espresso nel linguaggio

coloristico e nella distribuzione delle masse.

Sotto questo as|>etto Nello Vammeli, pittore seni

plice ed emotivo, figlo dell’esuberante terra di To

scana. ci |)arla a medo suo. in maniera tutta persona1*1

quasi a sussurrarci all’orecch’o le segrete belli //*• eh

1

suoi occhi sanno carpare alla natura. I toni furti non

sono del suo temperamento. I colori accesi, le

unghi.it

esasperate, le girando'e di colore acquitrinoso, le sbi

vature miste ad olio raggrumato, l’incontro impetuo n

tra tela e pennello: tutte queste cose sono ben lonta

ne dal suo minio di sentire e di ritrarre. E in conver­

sare a mezza voce ogni sua tela I-a mezza tinta è il

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m i

>

colore preferito. Non gli importa di sacrificare,

a volte, la pennella'a intellettuale per ('are più evi­

denza a quella emot v.i comun cativa. Si d in b b e che

il suo mondo pittorico sia maturato nella clausura di

un romitaggio umbro, accanto ai ricordi di quella

francescana spiritualità, che ne fa ancora più mistico

il cielo nella lontananza verde e Sera pistoiese » ne

è un magnifico esemplare, dove l’artista racconta del

suo paese natale con dolce malinconia e di là oltre il

cipresso e la chiesetta ('gli sa le ripide salite e le colli­

ne chiamar per nome. Tenui strati di colore, particolari

appena accennati, motivi essenziali, moderna ed equ i­

librata trattazione come ie lla Coli na torinese ». dove

si risente una fugacissima tendenza macchiaiola. ma

senza altro di effetto, se pure l'interpretazione rimane

quella di un artista, che ha dimenticato sulla tavoli zza

un po’ di quel suo colore di Toscana. Più aderì nte al­

l’ambiente subalpini rimane con l’alba sul Ponte del

Po . e iu maniera più convincente ci appare nella

Strada di campagna •>. dove la realtà nuda dell’inver

no assurge ad un lirismo più grand* delle stesse ecs*-

espresse e la solitudine squallida del paesaggio lasc a

intravedere il dramma del terribile qu<>tidian->. Ritor

na l’anima toscana n S anta Maria del Fiore » rin ­

focolata in un abbracciamento di conoscenza antica.

Ancora più caldo e splendido è il paesaggio Imbar-

Sera

Piitoieor.