
LE CARTE DELL'ARCHIVIO ARCIVESCOVILE DI TORINO FINO AL 1310 |
5 |
INTRODUZIONE |
7 |
I. Ottone [III], re dei Romani, conferma i possessi ed i privilegi della Chiesa di Torino |
11 |
II. Corrado [II], imperatore, concede il vescovato di Morienna alla Chiesa di Torino in persona del vescovo Guido |
13 |
III. Guido, vescovo di Torino, conferma le donazioni del suo predecessore e Landolfo all'abazia di Cavour |
15 |
IV. Guido, vescovo di Torino, dona all'abate Alberico la Chiesa di San Secondo presso la Dora affinchè la ritorni al culto |
15 |
V. Enrico [III], imperatore, conferma i possessi ed i privilegi dei canonici di Torino (l maggio 1047). |
17 |
VI. Cuniberto, 'vescovo di Torino, conferma i beni ed i privilegi dell'abazia di Cavour |
20 |
VII. Alberico del fu Pietro dona tutti i suoi beni immobili in Stefanico, ossia San Maurizio [Canavese], alla Chiesa diTorino (17 febbraio 1099). |
20 |
VIII.Oddone del fu Gualfredo e Guntara sovranominata Donnetta, del fu Erenzone, sua moglie, vendono un campo in Buazano a Bernardo Zucca del fu Giovanni Rufino (26 dicembre 1114). |
21 |
IX. Elenco dei beni posseduti dall'abazia di San Soluore di Torino (avanti 1118). |
22 |
X. Papa Callisto II conferma i privilegi ed i possessi del vescovato di Morienna (26 aprile 1123). |
26 |
XI. Pietro Podisio, del fu Girardo, dona beni alla congregazione di Vallombrosa per fondare un ospedale (25 gennaio 1146). |
27 |
XII. Papa Eugenio III conferisce all'abate di San Benedetto di Piacenza il reggimento del nuovo ospedale di San Pietro di Stura sul territorio di Torino (14 aprile 1146). |
29 |
XIII. Papa Eugenio III conferma i possessi ed i privilegi dell'abazia di San Solutore di Torino (7 marzo 1146). |
30 |
XIV. Carlo, vescovo di Torino, accensa un sedime ivi a Stefano console ed a Gisla, moglie di lui |
33 |
XV. Carlo, vescovo di Torino, dona al prevosto di Vezzolano la chiesa di San Giovanni di Luserna (5 marzo 1153). |
34 |
XVI. Onorino del fu Pietro dona beni in Rivoli, Ovorio e Malavaso superiore alla chiesa di San Giovanni di Torino (20 aprile1153) |
35 |
XVII. Folco Rosso di Settimo e suo figlio Girardo vendono tre pezze di terreno all'Ospedale di Stura (16 aprile 1154). |
36 |
XVIII. Carlo, vescovo di Torino, investe il marchese Guglielmo del fu marchese Bonifacio del castello di Rossana, e ne riceve la fedeltà (1155) . |
37 |
XIX. Calandria, vedova di Bongiovanni del Mercato, e Giacomo,suo figlio, danno una pezza di terreno all'Ospedale di Stura (23 febbraio 1156) |
38 |
XXI. Carlo, vescovo di Torino, accensa una vigna in Valle Albina, oltre Po, ad Oberto Maltraverso del fu Aicardo Caruso (l aprile 1156). |
39 |
XXII. Carlo, vescovo di Torino, concede vari beni sul territorio torinese ad Alelmo, Bongiovanni e Girardo, figli del fu Englesio, ed ai loro eredi fino alla terza generazioné (3 novembre 1156). |
40 |
XXIII. Guglielmo [IV], marchese di Monferrato, transige le sue differenze coll' Ospedale di San Giacomo di Stura (9 maggio 1158). |
40 |
XXIV. Federico l, imperatore, conferma i privilegi della Chiesa Torino (26 gennaio 1159). |
41 |
XXV. Carlo, vescovo di Torino, accensa una pezza di terreno ivi a Taurino, Guglielmo e Giovanni, figli del fu Ildeprando (28 marzo 1160) |
44 |
XXVI. Pietro Lella dona all'Ospedale di San Giacomo di Stura una pezza di terreno sul territorio di Settimo (22 maggio 1160 ). |
45 |
XXVII. Bongiovanni del fu Ottone Marchisio dona e vende sei giornate di terreno all'Ospedale di San Giacomo di Stura (2 giugno 1162). |
46 |
XXVIII. Guglielmo, vescovo di Torino, accensa a Guglielmo del fu Olderico di Castelnuovo un manso al Rosaio, lavorato da Oberto Ferrando (9 settembre 1162). |
47 |
XXIX. Elena, moglie di Pietro Podisio della Città di Torino, dona beni ivi al monastero di San Giacomo di Stura (22 luglio 1164). |
48 |
XXX. Pietro detto Podisio della Citta di Torino, dona al monastero di San Giacomo di Stura quanto possiede oltre detto fiume (22 luglio 1164). |
49 |
XXXI. Carlo, vescovo di Torino, accensa una pezza di terreno, con casa, corte ed orto, non lontano dalla chiesa di San Giovanni, ad Usana ed a Benedetto, figlio di lei (l aprile 1168). |
50 |
XXXII. Carlo, vescovo di Torino, accensa terreni in Vanchiglia a Girardo ed a' suoi figli (11 aprile 1168 ). |
51 |
XXXIII. Carlo, vescovo di Torino, accensa a Gaidone, a Pietro pelato e ad Alberto una pezza di terreno in San Martino, oltre Po (11 aprile 1168). |
51 |
XXXIV. Carlo, vescovo di Torino, conferrna al monastero di San Giacomo di Stura l'alpe di Pietrafica (27 o 28 agosto 1168) |
52 |
XXXV. Simeone, abate del monastero di San Giacomo di Stura, concede in vitalizio ad Elena, moglie di Pietro Podisio, l'alpe di Pietrafica [avuta da lei in dono] (27 o 28 agosto 1168). |
53 |
XXXVI. Carlo, vescovo di Torino, accensa un sedime ed un campo ivi ad Andrea e Nicolò, figli del fu Baldovino del Duomo (19 o 20 ottobre 1168). |
54 |
XXXVII. Carlo, vescovo di Torino, accensa a Gribaldo Brigida una vigna al Malavaso (6 gennaio 1169). |
55 |
XXXVIII. Carlo, vescovo di Torino, accensa un prato oltre Stura ed uno spineto fra Stura e Po, a Pietro detto Della Rovere(1 febbraio 1169) . |
56 |
XL. Anselmo ed Ottone, figli del fu Manfredo di Alpignano, ed Evrardo, cedono ogni loro allodio nei Colti di Vincesco a Milone, vescovo di Torino, che ne li investe in feudo (9 giugno 1170) |
59 |
XLI. Milone, vescovo di Torino, dona al monastero di San Giacomo di Stura la chiesa di San Desiderio di Usseglio (fra1170 e 1187). |
60 |
XLII. Milone, vescovo di Torino, conferma al prevosto di Croveglia il possesso di varie chiese della sua diocesi sotto riserva di alcuni diritti (fra 1170 e 1187). |
61 |
XLIII. Bonifacio del fu Oddone di Barone cede a Milone, vescovo di Torino, la terza parte della decima di Settimo, che da lui teneva in feudo (23 marzo 1171). |
62 |
XLIV. Giacomo figlio di Bongiovanni Roilato accensa vari beni sul territorio di Torino ad Ulrico Della Torre, ad Otta, mogliedi lui, ed a Girardo De Episcopo (19 luglio 1171). |
63 |
XLV. Martino e Pietro di Alburga e Bongiovanni Marchisio vendono una pezza di terreno al monastero di San Giacomo di Stura (22 gennaio 1172). |
64 |
XLVI. Gli arbitri a ciò eletti dirimono le vertenze per certi possessi[sul territorio di Torino] fra gli abati di San Mauro [di Pulcherada] e di San Giacomo di Stura (15 marzo 1172). |
65 |
XLVII. Ardizzone detto Vitale di Rivarolo rinunzia ad ogni sua pretesa verso il monastero di San Giacomo di Stura (22 maggio 1172). |
66 |
XLVIlI. Prete Ottone, pievano di Santa Maria di Settimo, accensa un campo al monastero di San Giacomo di Stura (l aprile 1173). |
67 |
XLIX. Taurino detto della Rovere, figlio del fu Bongiovanni della Città di Torino vende un prato al monastero di San Giacomodi Stura (21 dicembre 1173). |
68 |
L. Certana, figlia di Alessandra di Torino, e Guglielmo di Castellamonte,suo marito, vendono al monastero di San Giacomo di Stura ogni loro ragione su certi beni (16 febbraio 1175). |
69 |
LI. Milone, vescovo di Torino, dona all'abazia di Santa Maria di Cavour le decime dei Ronchi nuovi ed altre in Val Chisone (31 ottobre 1175) |
70 |
LII. I vassalli della chiesa di Torino riconoscono i feudi che tengono dalla medesima, cioè dal vescovo (1175 - principio sec. XIII) |
70 |
LIV. Pietro Barbero di Pianezza e sua moglie Romea vendono beni in detto luogo al monastero di San Giacomo di Stura (2 giugno 1177). |
71 |
LV. Pellegrino Zucca ed i suoi figli Gola d'asino e Mussetto vendono al monastero di San Giacomo di Stura cinque mansi sul territorio di Buazano (21 dicembre 1177). |
73 |
LVI. Il signor Simeone, abate del monastero di San Giacomo di Stura, permuta beni con maestro Bongiovanni, prevosto della chiesa di San Dalmazzo di Torino (23 giugno 1178). |
74 |
LVII. Girardo Umberto ed i suoi figli Taurino ed Ainardo danno un sedime in Buazano al monastero di San Giacomo di Stura (6 dicembre 1178). |
75 |
LVIII. Rodolfo di Broglio e suo figlio Bongiovanni vendono un sedime con solaio e casa in Torino al monastero di San Giacomo di Stura (16 dicembre 1178). |
76 |
LIX. Milone, vescovo di Torino, accensa una casa fuori porta Vescovo a Guglielmo del fu Pietro Casetto (10 giugno 1179). |
76 |
LX. Giraldo Umberto dona un manso in Buazano al monastero di San Giacomo di Stura (30 giugno 1179). |
77 |
LXI. Elenco dei mansi della chiesa di Torino in Rivoli (avanti 1180) |
78 |
LXII. Milone, vescovo di Torino, e Gandolfo, prevosto della Chiesa torinese, investono Anselmo e Oddone, figli del fu Manfredo,della metà del castello di Alpignano (24 gennaio 1180). |
79 |
LXIII. Pietro di Chivasso, del fu Pietro, e Diana del fu Falco di Settimo, sua moglie, vendono beni al monastero di San Giacomo di Stura (31 marzo 1180) |
81 |
LXV. Papa Alessandro III conferma i possessi ed i privilegi della chiesa di Santa Maria di Lombriasco (22 maggio 1180) |
82 |
LXVI. Oberto Bas di Leengo del fu Raineri e suo figlio Giacomo vendono un prato in Gasaio al monastero di San Giacomo di Stura (8 agosto 1180) |
82 |
LXVII. Milone, vescovo di Torino, concede una pezza di terreno in Vanchiglia a Giovanni di Cavour del fu Giovanni Sevenco (12 settembre 1180) |
83 |
LXVIII. Guglielmo del fu Pietro Pocamato di Rivalta dona a Milone, vescovo di Torino, quanto possedeva in Rivoli e nel Castelvecchio (25 ottobre 1180) |
83 |
LXIX. Milone, vescovo di Torino, concede una pezza di terreno in Vanchiglia a Bongiovanni [di Broglio] del fu Rodolfo (28 ottobre 1180) |
83 |
LXX. Il signor Simeone, abate del monastero di San Giacomo di Stura, accensa due pezze di teN'eno in Buazanello ai fratelli Pietro e Martino, figli del fu Giovanni di Berta (23 agosto 1181) |
83 |
LXXI. Ansaldo e suo figlio Martino cedono ad Anselmo «forner» ed a Sibilla, moglie di lui, una pezza di terreno soggetta a censo verso il vescovo di Torino (13 gennaio 1182) |
84 |
LXXII. Milone, vescovo eli Torino, accensa una pezza di terreno presso i mulini vescovili a Giordano Acattafede (17 aprile 1182) |
85 |
LXXIII. Bongiovanni di Varisella e Giordana, sua moglie, danno quanto posseggono in Varisella, Usseglio, Lemie, Pianezza e Torino al monastero di San Giacomo di Stura (19 agosto 1183) |
86 |
LXXIV. Guglielmo Pocamato di Rivalta, del fu Pietro Pocamato, si scusa presso il vescovo torinese Milone e ne riceve investitura di tutto il suo allodio, onore e feudo di Rivoli (10 dicembre 1183) |
87 |
LXXVI. Gotofredo, cancelliere e legato imperiale, immette il vescovo di Torino in possesso delle terre e dei beni da questo pretesi contro il conte di Savoia (2 settembre 1185) |
89 |
LXXVII. Milone, vescovo di Torino, sentenzia sulle differenze tra il prevosto di San Salvatore ed il Comune di Chieri circa il luogo di Santena (5 settembre 1185) |
91 |
LXXVIII. Milone, vescovo di Torino, concede al prevosto di San Martino di Liramo la chiesa di San Vittore presso Caselle (24 settembre 1185) |
92 |
LXXIX. Il signor Marcoaldo, siniscalco di Enrico [VI] re dei Romani immette Milone, vescovo di Torino, nel possesso di Rivalta (28 ottobre 1186) |
94 |
LXXX. Arduino [di Valperga], vescovo di Torino, accensa una pezza di terreno ivi a Durando e Gerardo, fratelli (11 giugno 1188) |
94 |
LXXXI. Giordano del fu Giordano vende beni al monastero di San Giacomo di Stura, mallevando per lui Morando (11 luglio 1188) |
95 |
LXXXII. Ar[duino di Valperga], vescovo di Torino, dona la chiesa di San Lorenzo di Settimo e conferma gli altri possessi all'abazia di Vezzolano (1188 o 1189) |
96 |
LXXXIII. Borgesio ed Enrico, suo fratello, a nome anche degli altri fratelli, assegnano un reddito annuo all'abazia di San Giacomo di Stura per l'anima del padre (5 dicembre 1189) |
98 |
LXXXIV. Arduino, vescovo di Torino, fa pace coi signori di Rivoli, e rende ad essi i loro beni sotto determinate condizioni (7 agosto 1190) |
98 |
LXXXV. Umberto di Caselle, coll'intervento di vari suoi parenti, dona al monastero di San Giacomo di Stura beni alla Stersà (1 gennaio 1191) |
99 |
LXXXVI. -Guglielmo di Settimo, del fu Anselmo, rinunzia ad ogni pretesa su beni che riteneva indebitamente al monastero di San Giacomo di Stura (16 gennaio 1191) |
99 |
LXXXVII. Costantino (di Rivoli], vende una pezza di terreno verso Diviliana ad Arduino, vescovo di Torino (2 febbraio 1191) |
100 |
LXXXVIII. Uberto Bergondio e suo fratello Guglielmo vendono una pezza di terreno ad Arduino, vescovo di Torino (2 febbraio 1191) |
100 |
XC. Il signor Simeone, abate del monastero di San Giacomo di Stura, permuta beni con Guido del fu Pietro di Settimo, lodanti la permuta Alberto e Giordano, fratelli di detto Guido (25 marzo 1191) |
101 |
XCI. Arduino [di Valperga], vescovo di Torino, infeuda una pezza di terreno in Palera, sul territorio di Testona, ad Ottone Boli (11 luglio 1191) |
102 |
XCII. Celestino III, papa, manda al monastero di San Michele della Chiusa di restituire i privilegi al monastero di San Pietro di Savigliano (2 dicembre 1291) |
103 |
XCIII. Celestino III, papa, prende sotto la sua protezione il monastero di San Pietro di Savigliano (3 dicembre 1191) |
103 |
XCIV. Il vescovo di Torino dona ai Templari il ponte, l'ospedale e la cappella di Sant'Egidio sul territorio di Testona (sine data, ma forse 1196) |
106 |
XCV. Costantino di Rivoli vende ad Arduino, vescovo di Torino, una pezza di terreno sul territorio di Rivoli (marzo 1192) |
107 |
XCVII. Arduino, vescovo di Torino, accensa una vigna in San Martino di Malavaso a Pietro di Tarantasia ed a Giovanni del fu Martino di Clavia, cognati (12 giugno 1192) |
108 |
XCVIII. Il signor Guglielmo del fu Anselmo di Settimo vende beni al monastero di San Giacomo di Stura (8 dicembre 1192) |
109 |
C. La signora Benlivegna, badessa del monastero femminile di San Pietro di Torino, accensa beni in Buazano a Simeone, abate del monastero di San Giacomo di Stura (29 aprile 1193) |
110 |
CII. I signori Merlo e Ardizzone di Piossasco cedono ad Arduino, vescovo di Torino, il castello e la villa di Testona contro il feudo del castello e villa di Piobesi (21 luglio 1193) |
112 |
CIII. Arduino, vescovo di Torino, permuta beni con Bruno di Rivoli (30 agosto 1193). |
114 |
CIV. Arduino, vescovo di Torino; accensa beni in Valpiana, oltre Po, ad Enrico del fu Goslino Rosso (19 aprile 1194)_ |
114 |
CV. Guglielmo, giudice di Caselle, a nome di sua nipote Marchesa, dona due pezze di terreno alla Stersa al monastero di San Giacomo di Stura (5 marzo 1195). |
115 |
CVI. Nicolo Sartorio, coi fratelli Costantino, Manfredo e Guido, cede beni in Rivoli al vescovo torinese Arduino (8 marzo 1195). |
116 |
CVII. Guglielmo Engignoto e suo fratello Guido, danno al monastero di San Giacomo di Stura tutto ciò che possedevano alla Stersa (10 marzo 1195). |
116 |
CVIII. Arduino, vescovo di Torino, accensa una pezza di terreno. in Sassi a Martino di Clara (6 giugno 1195). |
117 |
CX. Il signor Enrico, visconte di Baratonia, dona beni in Usseglio al monastero di San Giacomo di Stura (19 marzo 1196). |
118 |
CXI. Enrico [VI], imperatore, concede al vescovo di Torino di rivendicare i feudi alienati da' suoi vassalli senza il consenso di lui (25 settembre 1196). |
119 |
CXIII. Guglielmo del Duomo, per mandato dei tutori dei figli di suo fratello Enrico, dona un prato oltre Stura al monastero di San Giacomo (18 dicembre 1198). |
120 |
CXIV. Martino, camerlengo del monastero di San Benigno di Fruttuaria, a nome dell'abate Uberto di Luserna, permuta beni con Guido, abate del monastero di San Giacomo di Stura (28 maggio 1199). |
121 |
CXV. Elenco dell'albergaria dovuta al vescovo di Torino in Carignano (circa 1200). |
122 |
CXVI. Musso di Baldisseto, i suoi fratelli ed i suoi nipoti dichiarano quanto tengono in feudo dalla Chiesa di Torino in vari luoghi (fine secolo XII). |
123 |
CXVIII. Il signor Guido, abate del monastero di San Giacomo di Stura, permuta beni in Settimo con Guglielmo di Settimo, laudanti Milano e sua moglie Marchesa per i loro diritti (12 gennaio 1201). |
133 |
CXIX. Arduino, vescovo di Torino, dà a lavoro a Giornale, Giordano e Guido, fratelli, un gerbo ai Ronchi del Sabbione (28 febbraio 1201). |
134 |
CXXI. Anselmo di Alpignano ed i suoi nipoti Gualfredo e Guido vendono beni in Druent al monastero di San Giacomo di Stura (metà giugno 1201). |
136 |
CXXII. Il signor Anselmo di San Dalmazzo conviene col monastero di Staffarda intorno alla decima delle terre della grangia di Stupinigi (8 dicembre 1201). |
136 |
CXXIII. Il signor Guido, abate del monastero di San Giacomo di Stura, coll'intervento degli altri monaci e conversi, permuta beni con Guglielmo Beccuto (21 febbraio 1202). |
138 |
CXXIV. Il signor Guido, abate clel monastero di San Giacomo di Stura, permuta beni al Malavaso ed in Vezzelino col signor Guglielmo Beccuto (2 marzo 1202). |
139 |
CXXV. Bongiovanni Marchisio, col consenso del figlio Giordano, dona una pezza di terreno al monastero di San Giacomo di Stura (1 aprile 1202). |
140 |
CXXVI. Il signor Boetto del fu Giacomo di Barbania ed i suoi nipoti Giacomo e Viberto cedono al monastero di Liramo ogni loro ragione su beni nella Vauda [di Front] (marzo 1203). |
141 |
CXXVII. Il signor Enrico, visconte di Baratonia, cede al monastero di Liramo ogni sua ragione sopra una roggia della Stura discorrente pel territorio di Mathi (agosto 1203). |
142 |
CXXVIII. Boverio di Ciriè e sua moglie Guglielma danno beni al monastero di San Giacomo di Stura (25 ottobre 1203). |
143 |
CXXIX. Abfate di Castello, di Chieri, ed i suoi fratelli Oggero e Guitone, vendono ad Arduino, vescovo di Torino, ogni loro ragione sul pedaggio di Montossolo (10 novembre 1203). |
144 |
CXXX. Il signor Guglielmino di Balangero, conte, del fu Guglielmo di Castellamonte, cede al monastero di Liramo ogni sua ragione sopra una roggia della Stura (23 marzo 1204). |
145 |
CXXXII. Il Signor Rodolfo, suo fratello Pietro, il signor Giordano ed Uberto di Ariverto danno una pezza di gerbo all'Ospedale di Targe [cioè di San Giacomo di Stura] (20 luglio 1204). |
148 |
CXXXIII. Arduino, vescovo di Torino, accensa a Guglielmo Cane e ad Elena, moglie di lui, una pezza di terreno al Poggio Giroldo (27 febbraio 1205). |
149 |
CXXXIV. Arduino, vescovo di Torino, concede all'ospedale del Moncenisio la chiesa di San Pietro di Fologna (2 maggio 1205), |
149 |
CXXXV. Giovanni Daniele di Verzuolo cede al vescovo di Torino le corti di Verzuolo e di Solere con quanto teneva in feudo dal medesimo (14 aprile 1206). |
150 |
CXXXIX. Giacomo, vescovo di Torino, concede quattro cappelle del territorio di Cavour all'abate di tal luogo (s.d., ma fra 1207 e 1231). |
155 |
CXL. Giacomo, vescovo di Torino, compromette le sue differenze per il pedaggio con Giacomo e Bartolomeo Sili in quattro Vercellesi, che pronunciano tosto al riguardo (4 febbraio- 1208). |
155 |
CXLI. Giacomo [I], vescovo di Torino, accensa beni nel monte San Martino, oltre Po, a Giroldo di San Martino (23 marzo 1208) |
158 |
CXLII. Il signor Guido, abate del monastero di San Giacomo di Stura, permuta beni in Settimo col signor Guido di Settimo e con altri uomini di tal luogo (28 marzo 1208). |
159 |
CXLIII. Giacomo [I], vescovo di Torino, concede al priore di Briant la chiesa di Santa Maria della Rocca e la cappella di San Giorgio in detto castello (3 gennaio 1209). |
161 |
CXLV. Giacomo [I], vescovo di Torino, dona ai signori di Pont [-Chianale] tutta la decima dei novali fatti e da farsi sul territorio di detto luogo (26 luglio 1209). |
164 |
CXLVII. Giacomo [I], vescovo di Torino, unisce, sotto certe riserve, l'abazia di San Solutore a quella di San Michele della Chiusa (13 luglio 1210). |
166 |
CXLVIII. Giacomo [I], vescovo di Torino, sentenzia sulle differenze fra gli abati di San Mauro e di San Giacomo di Stura (2 ottobre 1210). |
170 |
CXLIX. Ottone [IV], imperatore, manda al vescovo di Torino di cacciare dalla sua diocesi gli eretici, Valdesi ed altri seminatori di zizania religiosa (s. d., ma circa 1210). |
171 |
CLII. Raineri e Nicolò, figli di Goslino di San Maurizio, cedono al monastero di Liramo ogni loro ragione sopra un fitto (5 aprile 1211). |
173 |
CLIV. Giacomo [1], vescovo di Torino, accensa una vigna in San Martino, oltre Po, a Guglielmo, sacerdote della chiesa del luogo, in nome della medesima (30 ottobre 1211). |
175 |
CLV. Il signor Enrico, visconte di Baratonia, rinunzia al monastero di San Giacomo di stura ogni sua preteso sull'alpe detta Droseo Mezzano (16 marzo 1212). |
176 |
CLVI. Guglielmo, castellano di Settimo, e Paolo, suo figlio, cedono al monastero di San Giacomo di Stura ogni loro ragione sopra una pezza di terreno (10 giugno 1212). |
177 |
CLVII. Il signor Guido, abate del monastero di San Gtacomo di Stura, dà a lavoro beni in Cavoretto a Boiamondo e Pietro del fu Martino Gualtieri, di tal luogo (3 dicembre 1212). |
177 |
CLVIII. Il signor Musso di Baldisseto vende a Giacomo [I], vescovo di Torino, la decima di Magliano, che teneva in feudo dalla Chiesa torinese, col consenso dei parenti (17 e 21 marzo 1213). |
178 |
CLIX. Il signor Pietro, abate di San Michele della Chiusa, restituisce tutte le carte appartenti al monastero [di San Pietro] di Savigliano (26 marzo 1213). |
179 |
CLXI. Oberto Guigo degli Ansaldenchi vende una pezza di terreno, oltre Stura al monastero di San Giacomo (3 aprile 1214). |
181 |
CLXII. Pietro Dadino, Clemente e Giacomo di Torino, fratelli, vendono una pezza di terreno oltre stura al monastero di San Giacomo (16 luglio 1214). |
182 |
CLXIII. Il signor Guido, abate del monastero di San Giacomo di Stura, permuta beni in Buazano con Ghislaberto di Rubiana (1 maggio 1215). |
183 |
CLXIV. Barnaba Pellizono, col consenso dei fratelli e delle rispettive mogli, vende una vigna in Pian de' Sassi al monastero di San Giacomo di Stura (2 [1] luglio 1215). |
184 |
CLXV. Armanno di Mercadillo e suo figlio Guiotto promettono al vescovo di Torino di pagargli 60 soldi segusini all'anno per il pedaggio di Chieri che tengono per lui (25 gennaio 1216). |
185 |
CLXVI. Stefano Raveto di Rivoli, col consenso di Giacomo [I], vescovo di Torino, vende a Pietro Ottobre beni in Rivoli che teneva in censo dalla Chiesa torinese (9 maggio 1216). |
186 |
CLXVIII. Giacomo [I], vescovo di Torino, accensa beni sul territorio di Rivoli a Pietro Borrello di Ovorio ed a Beatrice moglie di lui (20 agosto 1217). |
187 |
CLXX. Giacomo [I], vescovo di Torino, concede ai signuri di Lanzo di tener ivi un mercato ogni mercoledi, riservandosene la terza parte (15 .. .?..1219). |
189 |
CLXXI. Federico [II], re dei Romani, cassa l'infeudazione della castellata di Montossolo fatta ai Chieresi e rende la medesima; alla Chiesa di Torino (21 febbraio 1219). |
190 |
CLXXII. Federico [II], re dei Romani, concede a Giacomo [I], vescovo di Torino, di assicurare con banni la libertà e i diritti della sua Chiesa (21 febbraio 1219). |
191 |
CLXXIV. Ardizzone Borgesio transige le sue differenze pel ponte sulla Stura col signor Guido, abate del monastero di San Giacomo (15 febbraio ]220). |
192 |
CLXXV. Il signor Pietro Riba vende al monastero di San Giacomo di Stura una pezza di prato al Prato Ubaldo (17 marzo 1220). |
194 |
CLXXVI. Il signor Bergondio di Cavoretto vende al signor Guido, abate del monastero di San Giacomo di Stura, quanto possedeva in Varisella (17 (?) ottobre 1220). |
195 |
CLXXVIl. Giacomo [I], vescovo di Torino, accensa una vigna in San Martino, oltre Po, a Giovanni Giselberto, di tal luogo (11 ottobre 1221). |
195 |
CLXXVIII. Il signor Guido, abate del monastero di San Giacomo di Stura transige con Ardizzone Borgesio le sue differenze pel ponte e per la chiesa di Santa Maria (10 novembre 1221). |
197 |
CLXXX . . Enrico di Diviliana, col consenso del fratello Pepino e della moglie Alamanna, vende un tenimento sul territorio di Rivoli a Giacomo [I], vescovo di Torino (14 novembre 1221). |
200 |
CLXXXI. Enrico Beccuto vende a Giacomo [I], vescovo di Torino, quanto possiede nella villa e te:-ritorio di Deserti (4 dicembre 1221) |
201 |
CLXXXII. Giacomo [I], vescovo di Torino, accensa una pezza di terreno ivi a Pietro Rosso ed a Gocelmo di Montossolo (15 agosto 1222). |
202 |
CLXXXIII. Barnaba Pellizone, col consenso dei fratelli signor Pietro e Giacomo, vende una vigna al signor Guido, abate del monastero di San Giacomo di Stura (16 agosto 1222). |
203 |
CLXXXIV. Giacomo, vescovo di Torino, accensa un sedime presso i fossati della città a Gocelmo di Montossolo (23 ottobre 1222). |
204 |
CLXXXXV. Lanfranco De Valle, abitante di Rivoli, e suo fratello Manfredo, vendono vari beni a Giacomo, vescovo di Torino (27 giugno 1223). |
204 |
CLXXXVI. Guglielmo ed Ulrico di Reano danno al monastero di San Giacomo di Stura l'alpe Balmetta in occasione dell'ingresso del loro fratello Pietro in detto monastero (19 maggio 1224). |
205 |
CLXXXVIII. La signora Richelda, moglie di Guglielmo di Reano, cede ogni sua ragione sull'alpe Balmetta al monastero di San Giacomo di Stura (15 agosto 1224). |
207 |
CLXXXIX. Il signor Manfredo, prevosto di Lomb1'iasco, presta fedeltà a Giacomo [I], vescovo di Torino (9 settembre 1224). |
208 |
CXC. Giacomo [I], vescovo di Torino, accensa beni in San Vito a Giacomo De Fontato, di tal luogo (12 gennaio 1225). |
209 |
CXCI. Manfredo di Mercadillo vende a Giacomo [I], vescovo di Torino, una pezza di terreno in Rivoli (12 giugno 1225). |
210 |
CXCII. Giacomo [I], vescovo di Torino, accensa a Pietro Travaglio di Rivoli vari beni ivi (27 agosto 1225) |
210 |
CXCIII. Giacomo [I], vescovo di Torino, accensa al signor Guglielmo del fu Pietro Eliano di Rivoli, pzevano di San Martino di Rivoli, una pezza di terreno (18 dicembre 1225). |
211 |
CXCIV. Giacomo [I], vescovo di Torino, coll'intervento del Capitolo accensa una pezza di terreno ivi ad Oddone Prando ([50] 6 novembre 1226). |
212 |
CXCV. Giacomo [II, vescovo] eletto di Torino, coll'intervento del Capitolo, infeuda a Pietro di Moncrivello un bosco sul territorio di Rivoli (24 febbraio 1227). |
213 |
CXCVIII. Giacomo [II], vescovo di Torino, accensa a varie persone di Rivoli, beni ivi (8 settembre 1227). |
215 |
CXCIX. Il marchese Bonifacio [II o IV] di Monferrato presta fedeltà a Giacomo [II], vescovo di Torino, per quanto tiene da lui (26 gennaio 1228). |
218 |
CCI. Ottone, Nicolò, Guarnerio e Giacomo Sacco vendono tre pezze di prato o gerbido sul territorio di Torino al monastero di San Giacomo di Stura (11 settembre e 22 ottobre 1228). |
219 |
CCII. Guglielmo Pautre di Monfalcone dona vari beni in Salice, sulla destra del Po, al monastero di Santa Maria del ponte di Stura (12 dicembre 1228). |
220 |
CCIII. Otta, moglie di Guarnerio Sacco, cede al monastero di San Giacomo di Stura ogni sua ragione som"a una pezza di prato in Vezelino (22 dicembre 1228). |
221 |
CCIV. Giacomo [II], vescovo di Torino, affida per dieci- anni la custodia del castello di Montossolo al signor Giacomo Cagnacio ed a Bilieto della Rovere (22 novembne 1229). |
222 |
CCV. Guglielmo Viale e Giacomo Falco rinunziano ad ogni loro ragione verso il monastero di San Giacomo di Stura (19 dicembre 1229). |
225 |
CCVI. Giacomo [Il], vescovo di Torino, accensa una pezza di terreno ivi a Pietro Bragia (o Braza), calzolaio (21 giugno 1230). |
225 |
CCVII. Andrea Perino cede al monastero di San Giacomo di Stura ogni suo diritto sopra una casa nell' alpe di Pietrafica (6 ottobre 1230). |
226 |
CCVIII. Uguccione, vescovo di Torino, coll' intervento del Capitolo accensa beni ivi a Pietro Barbero (7 settembre 1232). |
226 |
CCIX. Uguccione, vescovo di Torino, accensa ivi beni a varie persone (7 settembre 1232 e 13 febbraio 1233). |
227 |
CCX. Uguccione, vescovo di Torino, coll'intervento dei canonici, accensa [separatamente] beni in Rivoli a Pietro Piattino ed a Pietro Pastorella (4 aprile 1233). |
228 |
CCXII. Uguccione, vescovo di Torino, accensa una pezza di terreno sul territorio di Rivoli a Guillenzono di Castelrotto [I] luglio 1234). |
231 |
CCXIII. Uguccione, vescovo di Torino, accensa una mezza giornata di terreno ivi a Pietro Bono (17 agosto. 1234). |
231 |
CCXV. Uguccione, vescovo di Torino, accensa beni in Rivoli a Giovanni di Collo (11 marzo 1235). |
232 |
CCXVI. Giacomo di San Dalmazzo cede al vescovo di Torino ogni sua ragione di decima sul territorio di Rivoli e di Lisignasco (21 luglio 1235). |
233 |
CCXVII. Uguccione, vescovo di Torino, per sentenza arbitrale di Anselmo di Passerano accensa una decima ad Ansaldo della Motta (12 dicembre 1235). |
233 |
CCXVIII. Uguccione, vescovo di Torino, accensa beni in Rivoli a Giselberto Bauzano (20 dicembre 1235). |
234 |
CCXIX. Uguccione, vescovo di Torino, ricevuta la fedeltà di Oddino del fu signor Belengero di Rossano, lo investe del castello, e villa di tal luogo (17 gennaio 1236). |
235 |
CCXX. I signori di Moretta prestano fedeltà ad Dguccione, vescovo di Torino, e prendono da lui investitura di due terzi della decima dei novali di detto luogo (22 gennaio 1236). |
235 |
CCXXI. Uguccione, vescovo di Torino, accensa una pezza di terreno in Rivoli ad Ardizzone di Colomba, a nome anche del fratello Enrietto e di Colomba, loro madre (16 luglio 1236). |
236 |
CCXXII. Il signor Robaldo, priore di San Benedetto di Torino, vende ad Uguccione, vescovo di Torino, beni sul territorio di Rivoli (8 settembre 1236). |
237 |
CCXXIII. Il signor Giordano Zostra vende ad Uguccione, vescovo di Torino, una pezza di terreno sul territorio di Rivoli (27 settembre 1236). |
238 |
CCXXV. Uguccione, vescovo di Torino, accensa beni in Rivoli a quattro uomini del luogo (22 febbraio 1237). |
239 |
CCXXVI. Uguccione, vescovo di Torino, accensa una pezza di terreno ivi al signor Giovanni Cane (17 maggio 1237). |
240 |
CCXXVII. Uguccione, vescovo di Torino, accensa una pezza di terreno in Rivoli a Martino del fu Pietro Roggiero (26 maggio 1237). |
241 |
CCXXIX. Uguccione, vescovo di Torino, dà a lavoro una pezza di terreno con vigna sul territorio di Rivoli a Manfredo pittore (6 ottobre 1237). |
242 |
CCXXXI. Guglielmo del fu Droetto di Ponte rende ad Uguccione, vescovo di Torino, quanto teneva da lui sul territorio di Rivoli (31 marzo 1238). |
250 |
CCXXXII. Uguccione, vescovo di Torino, dà a lavoro per 15 anni vari beni ivi a Taurino di Altessano ([30 maggio] o 2 giugno 1238). |
251 |
CCXXXIII. Uguccione, vescovo di Torino, reinfeuda a Guglielmo del fu Droetto di Ponte molti beni sui territorio di Rivoli da lui dismessigli due mesi avanti (31 maggio 1238). |
252 |
CCXXXIV. Uguccione, vescovo di Torino, accensa una pezza di terreno e di vigna sul territorio di Rivoli a Rolando ed Aimone del Verziere (13 giugno 1238). |
253 |
CCXXXV. [Il vescovo di Torino] manda [ad un avvocato] di preparare un libello giudiziario per la questione della taglia di Collegno coi Torinesi (fra 1238 e 1250). |
253 |
CCXXXVII. Elenco dei beni della Chiesa di Torino in Rivoli (circa 1240). |
256 |
CCXXXVIII. Elenco dei (ìtti dovuti al castello di Rivoli (circa 1240). |
260 |
CCXL. Guglielmo Goria, canavaro del vescovo di Torino, accensa a nome di lui un manso in Monasterolo, oltre Po, a Perino di Pecetto (4 agosto 1241). |
265 |
CCXLI. Pietro, canavaro del vescovo di Torino, da a lavoro una vigna ed altri beni a Giovanni Basino (10 [o 11] novembre 1241). |
265 |
CCXLII. Pietro, canavaro del vescovo di Torino, accensa a nome di lui una pezza di terreno presso il fossato della città a certo Buffìglione (23 marzo 1243). |
266 |
CCXLIII. I signori Corrado e Manfredo Avvocati di Moncucco giurano di custodire il castello di Rivoli nell'interesse del vescovo e del Comune di Torino (6 aprile 1243). |
267 |
CCXLV. Il marchese Bonifacio [II o IV] di Monferrato presta fedeltà al [vescovo] eletto torinese Giovanni per quanto tiene in feudo dalla Chiesa di Torino (13 gennaio 1245). |
268 |
CCLI. Giovanni, [vescovo] eletto di Torino, stabilisce un termine al signor Bertolotto Arpino ed agli ambasciatori di Rivoli per prestargli la dovuta fedeltd (22 gennaio 1245). |
274 |
CCLII. Giovanni, [vescovo] eletto di Torino, stabilisce un termine perentorio agli ambasciatori del Comune di Rivoli per prestargli fedeltà (28 gennaio 1245) . |
274 |
CCLIV. Enzo, re di Sicilia e legato imperiale in Italia, investe i signori di Lanzo del loro feudo ivi (14 febbraio 1246). |
276 |
CCLVII. Lorenzo di Bertolino e suo fratello Franchino vendono al monastero di San Mauro una vigna ivi, ripigliandola in censo e con diritto di riscatto (1 giugno 1248). |
280 |
CCLXI. Il vescovo di Torino infeuda a Gavarro Gavarri la decima dei novali di tutto il territorio di Druent (21 ottobre 1252) |
286 |
CCLXII. Il vescovo di Torino infeuda a Bernardo Rosso la decima di Riva, Ricrosio, Murzarello e Castiglione mediante l'annuo censo di una libbra di cera (8 marzo 1253) . |
287 |
CCLXIII. Papa Innocenzo IV conferma i privilegi ed i possessi dell'abazia di Vallombrosa, fra cui vari monasteri in Piemonte (21 giugno 1253). |
287 |
CCLXIV. Il signor Ruggero di Pavarolo, cittadino torinese, vende un sedime in Torino al monastero di San Giacomo di Stura (27 febbraio 1257). |
293 |
CCLXV. Agnese, vedova di Viviano Marini, e Vercellino, loro figlio, vendono un sedime in Torino al monastero di San Giacomo di Stura (28 ottobre 1257). |
293 |
CCLXVI. Il Comune di Torino vende al monastero di San Giacomo di Stura la metà di un sedime già appartenente a Giovanni Girardi (5 agosto 1258) |
294 |
CCLXVIII. Enrico Bozzola, notaio e cittadino torinese, vende una pezza di terreno Oltrepò al monastero di San Giacomo di Stura (6 maggio 1259). |
296 |
CCLXIX. Guione Riba, del fu Morando, e Guglielmo Riba, suo zio e curatore, vendono una pezza di bosco al monastero di San Giacomo di Stura (1 dicembre 1259). |
296 |
CCLXX. Enrico Bozzola vende un bosco oltre Stura al monastero di San Giacomo (2 ottobre 1260). |
297 |
CCLXXI. Anselmo, vescovo di Morienna, fa prender atto di esser stato fìno al ponte di Vologna presso Avigliana (21 settembre 1262). |
298 |
CCLXXII. Il signor Rufìno, prevosto della chiesa di San Dalmazzo di Torino, accensa un prato oltre Stura al monastero di San Giacomo (26 agosto 1264). |
298 |
CCLXXIV. Il signor Pietro Fiorio di Polmoncello infeuda a Graffagno di Brandizzo la sua parte della decima di questo luogo che teneva dal Vescovo di Torino (17 dicembre 1265). |
301 |
CCLXXVI. Il vescovo di Torino concede in enfiteusi le decime di Bernezzo (24 agosto 1266, 16 ottobre 1270 e 4 marzo 1291) . |
303 |
CCLXXIX. Goffredo, vescovo di Torino, ed il Capitolo della sua Chiesa nominano procciatori nella causa contro il conte Pietro [II] di Savoia ed i suoi nipoti (18 dicembre 1267). |
305 |
CCLXXXI. Il signor Lorenzo, abate del monastero di San Giacomo di Stura, coll'intervento dei monaci e dei conversi, accensa vari beni a Michele Copo (o Zoppo?), di Druent (13 gennaio 1269). |
317 |
CCLXXXII. Il Comune di Chieri prende investitura di parte della brayda entro le chiuse dal vescovo di Torino, a cui vende il pedaggio e la curaia del luogo (9 dicembre 1269). |
318 |
CCLXXXIII. Viano del fu Giovanni Carmenta vende per 35 lire a Giovanni Frotta la decima clel grano spettantegli sul territorio di Druent (16 marzo ]270). |
320 |
CCLXXXIV. Goffredo, vescovo di Torino, concede alla casa di Sant'Antonio di Vienna le chiese di San Dalmazzo e di San Giorgio in Torino mediante annuo censo (5 agosto 1271). |
320 |
CCLXXXV. Il vescovo di Torino accensa ai Truchetti di Pinerolo la decima del Castellar (19 agosto 1271). |
323 |
CCLXXXVI. Il vescovo di Torino dona al priore del priorato di Verzuolo la decima del territorio di Verzuolo, mediante l'annuo fitto di 20 soldi viennesi (3 novembre 1272). |
323 |
CCLXXXVII. Goffredo, vescovo di Torino, litiga col conte Filippo di Savoia dinanzi al Cardinal Sabinense, Uditore pontificio, pel castello di Rivoli (18 dicembre 1274-29 marzo 1276). |
323 |
CCXCIII. Belengero Bersatori, abate di Cavour, costituisce il vescovo di Torino suo procuratore presso la Curia romana (1 aprile 1280). |
336 |
CCXCVI. Belengero [Bersatori], abate di Cavour, scomunica il prete Roberto, indebito detentore della chiesa d'Osasco (4 maggio 1280). |
339 |
CCXCIX. Il signor Tomaso [III] di Savoia nel suo testamento istituisce erede universale il primogenito Filippo e dispone che Castelvecchio venga restitulto al vescovo di Torino (14 maggio 1282). |
341 |
CCCII. Il vescovo di Torino concede a Matteo e ad Oberto Frotta la metà dei frutti della decima di Druent per 20 anni mediante l'annuo fitto di un moggio di sega la (10 novembre 1283). |
345 |
CCCIV. Goffredo, vescovo di Torino, nomina frate Montarsino, canonico d'Oulx, in rettore e ministro della pieve di Santa Maria di Vigone (28 novembre 1283). |
346 |
CCCV. Goffredo, vescovo di Torino, pronuncia decaduto dall'abazia di Cavour il monaco Gaucelmo ivi intruso dall'abate di San Michele della Chiusa (25 maggio 1286). |
347 |
CCCX. Il procuratore di Rufino di Bagnolo, abate di Cavour, fa autenticare le deposizioni dei testi prodotti nella causa contro l'abazia di San Michele della Chiusa (26 settembre 1287). |
349 |
CCCXI. Il signor Raineri di Front ed il prevosto delle pieve di Liramo compromettono in Guglielmo di Merleto ed in Mainerio Forneri di Cirie le loro differenze per un bosco (27 novembre 1287). |
350 |
CCCXII. Il signor Vioto, visconte di Baratonia, a nome suo e dei suoi uomini di Usseglio, riconosce al monastero di San Giacomo di Stura le alpi di Balmetta e di Arnaz (17 luglio 1288). |
351 |
CCCXIII. Il vescovo di Torino transige a mezzo di arbitri le differenze colla prevostura di San Bernardo del Montegiove o per la chiesa di San Martino di Ciriè (1 agosto 1288). |
352 |
CCCXV. Aimone Colini, mistrale di Susa pel conte Amedeo [V] di Savoia, rilascia quitanza al monastero di San Giacomo di Stura del fìtto dovutogli per l'alpe di Pietra{ìca (14 settembre 1289). |
355 |
CCCXXI. Il signor Pietro Berg[ognono], abate di San Giacomo di Stura, coll'intervento degli altri monaci e conversi, accensa beni in Druent ad Uberto Frotta, di tal luogo (30 agosto 1293). |
364 |
CCCXXVII. Guglielmo Corbelleri, di Torino, retrovende al monastero di San Giacomo di Stura quanto aveva da esso comprato l'anno avanti (19 settembre 1299). |
375 |
CCCXXVIII. I signori di Barge, essendo stati investiti dal vescovo di Torino della decima di Barge, gli prestano fedeltà (15, 19 e 31 dicembre 1299). |
376 |
CCCXXIX. Il signor Oberto di Rossana, marchese di Busca, investe il marchese Manfredo [IV] di Saluzzo della sua parte di Rossana, rimettendogli la fedeltà (16 marzo 1301) |
377 |
CCCXXXIV. -Guido, vescovo di Asti, in qualità di suddelegato apostolico del legato Napoleone Orsini, unisce la chiesa di San Martino di Liramo alla mensa vescovile di Torino (25 maggio 1308). |
381 |
CCCXXXV. Tedisio, vescovo di Torino, investe Federico, Aimone, Andreetta, Giovanni, Simondino, Bertino e Francesckino dei signori di Solere di vari feudi in tal luogo (17 novembre 1308) |
382 |
INDEX LOOORUM ET PERSONARUM |
385 |
HAEC SUNT NOTAE, QUIBUS BREVITATE UTAR |
386 |
PRIMUS NUMERUS EST ANNI, ALTER CHARTAE |
387 |
ERRATA -CORRIGE |
461 |